Sfruttamento della prostituzione. Denunciato il proprietario dell’appartamento. “Sapeva”

Nel giugno scorso i Carabinieri di Pescia arrestarono una cittadina cinese X.X., 40enne, domiciliata a Pescia per il reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Contestualmente furono anche sequestrati i due appartamenti ubicati a Pescia in via Vetturali e in via dell’Acqua, che la donna metteva a disposizione di giovani donne connazionali per gli incontri hot. Uno dei due appartamenti, quello in via dell’Acqua, fu dissequestrato poco dopo, perchè le indagini confermarono la totale estraneità ai fatti del proprietario dell’immobile.

Oggi, invece, la notizia della denuncia per favoreggiamento alla prostituzione di un 65enne di Lucca, M.G., proprietario dell’immobile ancora posto sotto sequestro, quello in via Vetturali.

I militari della Stazione Carabinieri di Pescia, al termine di articolate indagini di polizia giudiziaria coordinate dal dott. Leonardo De Gaudio, Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pistoia, hanno ritenuto che l’uomo era a conoscenza delle illecite attività che si svolgevano all’interno dell’appartamento di sua proprietà, che rimane pertanto sotto sequestro a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

COSA ACCADEVA IN QUEGLI APPARTAMENTI

Secondo l’attività investigativa dei Carabinieri di Pescia, la persona arrestata ha garantito l’utilizzo degli appartamenti a donne connazionali che all’interno vi esercitavano il meretricio incassandone buona parte dei proventi.

Fondamentali, ai fini delle investigazioni, sono state le testimonianze di alcuni vicini insospettiti dal continuo “via vai” di clienti e la segnalazione dell’annuncio su un sito internet che diceva “posto tranqullo, giovane ragazza esperta massaggi orientale, ti aspetta per vivere insieme momenti indimenticabili. A Pescia”.

La donna gestiva anche le inserzioni di annunci su siti online di incontri, dove venivano pubblicate foto di avvenenti giovani orientali che promettevano “massaggi particolari” ai clienti, i quali potevano prendere appuntamento chiamando il numero telefonico pubblicato al quale rispondeva la stessa X.X. che organizzava, quindi, gli incontri con le donne connazionali.

Nel mese di ottobre X.X. ha patteggiato una pena di due anni. Sconterà la pena ai domiciliari, in un’abitazione in provincia di Reggio Emilia.