Si sta discutendo in questi giorni, in sede di conferenza capigruppo, sulla possibilità di apportare modifiche al regolamento del Consiglio Comunale.
Tra le modifiche proposte vi è quella di arrivare a istituire un “question time” sulla falsariga di quanto previsto in Parlamento che vada a sostituire il tempo che viene dedicato, durante i consigli comunali ordinari, alle interrogazioni.
“La motivazione che viene fornita è quella di snellire da un lato i lavori del consiglio, dall’altro quella di poter esaminare un numero maggiore di interrogazioni in tempi più brevi. Insomma, fare presto perché i consigli sono lunghi e sono tanti, le interrogazioni portano via un sacco di tempo e forse per qualche consigliere è tedioso stare ore e ore in consiglio, certe volte per due o tre sere di seguito, ad ascoltare gli altri”, è la convinzione di Elisa Romoli, segretario del Pd pesciatino.
“La modifica sostanziale consiste nel fatto che, alla risposta fornita dall’amministrazione alle interrogazioni dei singoli consiglieri possa replicare solo e soltanto il consigliere interrogante, sopprimendo il diritto degli altri gruppi consiliari, sia di opposizione che di maggioranza, di poter a loro volta replicare a chi risponde.
“In base all’attuale regolamento ogni gruppo consiliare ha il diritto di poter intervenire in consiglio comunale sulle interrogazioni presentate dai colleghi, se venisse apportata tale modifica questo diritto sarebbe cancellato e assisteremmo ad un inaccettabile riduzione al silenzio dei consiglieri, che non avrebbero più la possibilità di dare voce ai cittadini che li hanno eletti su questioni fondamentali che riguardano la Città”.
Per Romoli “è un segnale estremamente negativo e preoccupante voler far prevalere la praticità, la velocità e, perché no, la comodità di una seduta snella e veloce, sul diritto di parola che tutti i gruppi consiliari”.