“La Commissione tributaria di Pistoia ha accolto il ricorso di un floricoltore di Cia contro le cartelle Tari, esosissime, del Comune di Pescia”. E’ la nota di Cia, secondo cui, in questo modo, anche “i giudici tributari danno l’altolà al Comune”.
Stop alla Tari sulle serre dei floricoltori e vivaisti. Questo almeno è il messaggio che arriva al Comune di Pescia da una sentenza della Commissione tributaria provinciale di Pistoia, emanata il 12 giugno scorso ma depositata in cancelleria l’8 novembre. La sezione ha accolto i ricorsi di un importante floricoltore pesciatino socio di Cia Toscana Centro contro sei avvisi di accertamento Tari emessi dal Comune nel novembre 2017.
Il Comune, fra tasse e sanzioni, aveva avanzato richieste di pagamento esorbitanti, capaci di mettere in crisi un’azienda floricola in piena salute. La sentenza ha annullato gli avvisi impugnati e ha condannato il Comune al pagamento delle spese legali.
Nella sentenza sono stati accolti i ricorsi dell’azienda floricola, in particolare l’assoggettabilità alla Tari delle superfici dedicate alla produzione agricola. Più in generale, il testo della sentenza afferma il principio che le superfici coltivate, sia in campo che in serra, generano rifiuti speciali (che l’agricoltore tratta in conformità alla normativa vigente) e non rifiuti urbani o assimilabili soggetti a Tari.
“Aspettavamo con trepidazione questa pronuncia –ha commentato il presidente di Cia Sandro Orlandini– per tranquillizzare i florovivaisti, preoccupati da quando si era diffusa la notizia delle cartelle esorbitanti emesse dal Comune di Pescia nei confronti di alcune aziende floricole del territorio, fra cui una nostra azienda di tutto rispetto”.