L’editoriale de il Cittadino. Tempo di lettura due minuti

Mancano meno di venti giorni alle elezioni amministrative. Un appuntamento senza dubbio importante: i pesciatini dovranno eleggere un nuovo Sindaco e sedici consiglieri comunali. A Pescia sono ancora molte le questioni irrisolte ed è bene che ognuno di noi si esprima al meglio, o almeno secondo le proprie convinzioni al netto di proclami, bandiere o di “tirate per la giacca”. E’ bene che Pescia sia rappresentata al meglio, in Provincia e in Regione, tanto si è visto negli anni passati che se c’è da “fregare” Pescia, nessuno si tira indietro.
Gli aspiranti Sindaci sono sette, in ordine alfabetico: Marco Ardis avrà il sostegno del Movimento 5 Stelle, Francesco Conforti sarà sostenuto dal centrodestra unito (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e la lista civica per porta il suo nome), Oreste Giurlani che porta con sé cinque liste civiche, Giancarlo Mandara con Voltiamo Pagina, Giacomo Melosi candidato di Casapound e di una lista civica, Angelo Morini con Percorso Comune e Elisa Romoli sostenuta dal Partito Democratico. I candidati, invece, che si contenderanno un posto in consiglio comunale sono oltre 230. Nel 2014 i candidati a Sindaco erano 4 e i candidati consigliere 138.
I volti nuovi sono tantissimi, non potrebbe essere altrimenti, ma la sensazione è che tutto ruota ancora attorno a poche persone. “Le più esperte”, si dirà, “quelle che più di altri hanno a cuore la città” e che “hanno voglia di mettersi in gioco”. Tutto vero, per carità, ma sarebbe forse l’ora che i partiti riassumessero il ruolo che compete loro, di scuola politica, di formazione di giovani validi in grado poi di amministrare la città assicurando un ricambio generazionale e partecipazione attiva. E arginare così il proliferare di liste civiche che se da una parte sono gli unici spazi ospitali per chi si avvicina alla politica, dall’altra se ne sa poco o nulla sulla loro efficacia una volta giunte alla guida della città. Non si parla solo di Pescia, naturalmente, ma dell’Italia intera.
Tante le curiosità rispetto al 2014. Ad esempio sono spariti alcuni simboli storici: lo scudo crociato con la scritta “Libertas” che evocava la Democrazia Cristiana, il garofano del Partito Socialista e la falce e martello simboli di Rifondazione Comunista. Molti candidati, oggi in quella lista, appena tre anni fa erano in quell’altra. In alcuni casi, se prima erano alleati oggi si ritrovano addirittura avversari. Cambio repentino di vedute e ideali? Voglia di visibilità ad ogni costo? Siamo in piena democrazia (anche troppa) ed ognuno può fare quello che vuole, salvo avere la pretesa di prenderci per il naso. Torna la Lega, ma d’altronde non poteva essere altrimenti visto il successo riscosso a livello nazionale, e esordisce Casapound, entrambi con l’obbiettivo di intercettare il disappunto di tanti pesciatini a suon di “extracomunitari che non lavorano, non hanno voglia di integrarsi e che anzi sono un costo per le casse del Comune e un disagio per la comunità”. In casa Pd, alla fine, hanno trovato il candidato. Se è quello “ideale”, come lo cercavano da tempo non si sa, ma almeno è donna, l’unica in gara.
Il risultato appare a tutti assai incerto. E i pronostici non li facciamo certo noi.