Numerose canzoni di quest’ultimi cinquant’anni circa appartengono alla penna geniale di Piero Cassano.
Un nome importante e autorevole al quale la musica leggera italiana deve molto.
Alcuni dei suoi successi sono stati interpretati da celebri artisti come Mina, Eros Ramazzotti, Ricchi e Poveri, Anna Oxa… e hanno raggiunto tutte le parti del mondo.
Lo stesso Cassano contribuì alla fondazione dei Matia Bazar e alla composizione della loro canzoni immortali.
È veramente un onore ascoltarlo in questa intervista che ci ha concesso con squisita gentilezza.
D. Maestro Cassano, può descriverci sommariamente il percorso del suo successo musicale?
R. «Il mio percorso, in estrema sintesi, inizia nel 1970 quando fondai insieme ad Aldo Stellita, Renzo “Pucci” Cochis e Carlo Marrale il gruppo dei JET. Con l’album “Fede, Speranza e Carità” usciamo per l’etichetta Durium proponendo un genere rock-progressive. Ai cori collaborava una giovane cantante, Antonella Ruggiero, che mi fu presentata da un amico di nome Eros (guarda a caso omonimo, ma non Ramazzotti).
Alcuni anni dopo Antonella diventò la vocalist dei Matia Bazar e la sua straordinaria voce, unita alle melodie che scrivevo insieme a Carlo Marrale e ai testi di Aldo Stellita, diede vita al grande successo del gruppo a partire dal 1975.
A queste prime tappe si sono poi aggiunte numerosissime collaborazioni e produzioni, oltre alla scrittura di canzoni per artisti come Eros Ramazzotti, Mina, Anna Oxa, Fausto Leali, Mireille Mathieu, Demis Roussos, Fiorello e molti artisti sudamericani tra cui Ricardo Montaner e i Mocedades.
Un capitolo a parte lo meritano anche le sigle televisive per bambini: tra tutte, “Pollon combinaguai”, che mi ha dato grandissima soddisfazione dal punto di vista autoriale».
D. Cosa le ha consentito soprattutto di diventare un grande artista?
R. «Non mi sono mai considerato un grande artista, né tantomeno un grande musicista, anche perché sono totalmente autodidatta. Credo però che la cosa più importante sia stata la vera gavetta, che mi ha permesso di comprendere a fondo il mondo artistico e di scrivere, col tempo, numerosi successi.
Le collaborazioni sono state fondamentali: sono state proprio queste a darmi l’opportunità di arrivare al grande pubblico».
D. Chi furono i promotori principali della nascita dei Matia Bazar?
R. «Nel passaggio dai JET ai Matia Bazar furono determinanti diverse figure: il nostro primo storico produttore genovese Pietro Palmieri, successivamente Felice Picaredda alla Durium e, nel periodo pienamente Matia Bazar, tutta la Ariston di Alfredo Rossi, che credette molto in noi.
Un ruolo fondamentale lo ebbe anche Paolo Cattaneo come produttore e manager.
Un ricordo speciale va infine a Bibi Ballandi e Maurizio Salvadori, che furono i primi veri impresari dei Matia Bazar».
D. 1975-1991 e 1999-2017 segnano gli anni della sua permanenza nei Matia Bazar. Quali pensieri le evocano questi due periodi?
R. «I pensieri più belli sono legati innanzitutto alle canzoni, scritte da tutti noi insieme, alla genialità di Carlo Marrale e Aldo Stellita, e alle straordinarie voci che si sono succedute nel gruppo.
Due eventi unici segnano questo percorso: le due vittorie al Festival di Sanremo, nel 1978 con “E dirsi ciao” e nel 2002 con “Messaggio d’amore”, un traguardo condiviso solo con i Ricchi e Poveri, anch’essi genovesi. A questi si aggiunge il terzo posto del 2001 con “Questa nostra grande storia d’amore”.
Un altro ricordo fortissimo è legato alle tantissime tournée in Italia e all’estero: in Spagna, Argentina e Sud America i nostri brani tradotti in spagnolo ebbero un successo enorme. Nel 1999 ricevetti anche il Premio ASCAP a New York come autore che aveva venduto più dischi in America Latina.
Indimenticabile infine la Francia, dove con “Solo tu” restammo per ben cinque settimane al primo posto della hit parade: un risultato che ancora oggi mi sembra incredibile».
D. Quali elementi varianti denota nella sua produzione rispetto agli anni degli esordi?
R. «In realtà non vedo veri elementi di rottura. Forse proprio questo è stato il segreto del mio percorso come autore-compositore: non ho mai scritto inseguendo solo il successo o il risultato economico, ma mettendomi sempre nei panni del pubblico, cercando di capire cosa avrebbe voluto ascoltare dai propri artisti preferiti. È sempre stata una scelta emotiva, più che commerciale».
D. A quali Festival di Sanremo è particolarmente legato e perché?
R. «Sono profondamente legato a diversi Festival di Sanremo. Sicuramente al 1978 e al 2002, per le due vittorie con i Matia Bazar.
Un capitolo fondamentale è poi quello degli anni 1985 e 1986, quando con Eros Ramazzotti e Adelio Cogliati scrissi “Una storia importante” e l’anno successivo “Adesso tu”, che vinse il Festival.
Ricordo con grande piacere anche il 2005, quando producendo con Mario Natale Laura Bono, vincemmo la categoria Giovani con “Non credo nei miracoli”.
E non posso dimenticare il 1988, quando Anna Oxa interpretò “Quando nasce un amore”».
D. Quali dei suoi successi ritiene più importanti come compositore e cantautore?
R. «Oltre ai brani legati alle vittorie sanremesi, sono particolarmente legato a “Una storia importante”, “Adesso tu” e a molte delle canzoni scritte per Eros Ramazzotti, che hanno segnato un’epoca.
Ma ci sono anche due brani per me speciali dal punto di vista artistico:
– “Rose su rose”, cantata da Mina come sigla del Festival di Sanremo 1973
– “Musica è”, una suite di quasi 12 minuti interpretata da Ramazzotti, un progetto molto ambizioso e personale».
D. Come possiamo definire il suo stile musicale?
R. «In modo molto semplice: popolare, nel senso più nobile del termine. Mi sono sempre messo dalla parte del pubblico, sia nella scrittura che nel lavoro in studio, cercando un linguaggio diretto ma emotivamente autentico».
D. In quali canzoni sente maggiormente riflessa la sua originalità artistica?
R. «Paradossalmente, non tanto nei brani di maggior successo, quanto proprio in “Rose su rose” e “Musica è”, che rappresentano due momenti molto diversi ma estremamente veri della mia ricerca musicale».
D. Può ricordare i principali artisti con cui ha collaborato e quelli con cui ha mantenuto un legame più forte?
R. «Questo è un lavoro in continua evoluzione: ci si incontra, si collabora intensamente e a volte ci si perde un po’.
Sicuramente i sette album scritti per Eros Ramazzotti hanno creato un legame duraturo e profondo. Non a caso il suo prossimo tour mondiale e la prossima uscita discografica si intitolano proprio “Una storia importante” e “Una storia importante World Tour”».
Foto Wikipedia






































