GOMITO DEL TENNISTA o Epicondilalgia, cos’è? | Greta Mauri di Studio Fisioterapico Giusti

L’epicondilalgia, nota anche come gomito del tennista, rappresenta un disturbo muscoloscheletrico estremamente comune che colpisce la regione laterale del gomito. Si tratta di un quadro associato a tendinopatia dei muscoli estensori del polso, quindi un quadro caratterizzato da una alterazione dei tendini di alcuni muscoli dell’avambraccio.

CHI COLPISCE? ►►► Colpisce più frequentemente tra i 35 e 55 anni, con maggiore incidenza fra gli sportivi di racchetta e di lancio, per i movimenti ripetuti del braccio e del polso che queste attività richiedono.

Generalmente si presenta con dolore laterale di gomito nelle attività di vita quotidiana, lavorative e nello sport. Ad esempio, il 50% dei giocatori di tennis sviluppa dolore al gomito, di cui il 75%-80% attribuibile all’epicondilalgia1.

Altri fattori che possono aumentare il rischio di insorgenza di questo disturbo sono il fumo e l’obesità, in quanto associabili alle tendinopatie degli arti superiori.

PERCHE’ SI PRESENTA? ►►► Non possiamo affermare che esista una singola causa di insorgenza del disturbo, ci sono vari fattori che concorrono. Comunque in linea generale è associato a un sovraccarico meccanico dei tendini, sia per trauma diretto che per stress ripetuti.

Questo porta a dolore e a riduzione della tolleranza al movimento.

TRE FASI ►►► Prima fase: infiammazione dei tendini e proliferazione delle cellule che li compongono. Questo fa sì che il tendine risulti ispessito e ciò comporta rigidità. Il quadro potrebbe anche concludersi con questa prima fase se vengono ben gestiti i carichi di allenamento e il riposo;

Seconda fase: tentativo di guarigione del tessuto, con crescita sregolata del tessuto;

Terza fase: alterazione della struttura tendinea e degenerazione del tessuto, con rischio di lesione della struttura tendinea. Questa fase si riscontra solo nei soggetti particolarmente anziani o in atleti sottoposti a sovraccarico cronico.

COSA PUO’ FARE IL FISIOTERAPISTA? ►►► Le linee guida ci indicano che la terapia di prima scelta sia quella conservativa, composta da esercizio terapeutico, modifiche dei carichi di lavoro e di allenamento, onde d’urto e terapia manuale. Quindi il fisioterapista può aiutarti a gestire questo problema!

Inoltre, grazie alla collaborazione con il medico, può essere valutata l’assunzione di alcuni farmaci. L’opzione chirurgica è da riservare solo a colore che non rispondono ad alcuno dei precedenti interventi e sarà l’ortopedico a guidarti lungo questa strada.

D.ssa Greta Mauri, Fisioterapista

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1 A systematic review and meta-analysis of clinical trials on physical interventions for lateral epicondylalgia. Bisset L, Paungmali A, Vicenzino B. s.l. : British Journal of Sports Medicine, 2005