FOLIAGE | Rosy Gianneschi

Mi godo lo spettacolo della natura che si veste timidamente d’Autunno correndo pian pianino in autostrada, dimenticando per un momento l’acceleratore proprio per osservare quei pochi alberi di contorno che si spogliano del loro verde ancora estivo per andare a macchiarsi di vinaccia e d’oro, in un misto di calore e di colore abbagliante e cupo insieme, un rosso porporino ed un giallo d’ocra che segnano ormai la nuova stagione che viene.

Quasi mi incanto, ma il manto stradale mi riporta alla nuda e cruda realtà quotidiana, le famose umane faccende e preoccupazioni che ben presto ci fanno allontanare dai piccoli scampoli di poesia che, se siamo bravi e fortunati, riusciamo seppur faticosamente a ritagliarci in questo nostro tempo che corre e fugge anche lui, come questa mia macchinina, una formichina che si perde in nuvole nere d’asfalto ed arido fango.

Mi sorpassano, mi sorpassano ad una velocità supersonica, strombazzando il clacson, agitando mani e fanali….addio lo spettacolo magico di questo incedere d’Autunno….il Tizio che trotta parallelamente al mio fianco non solo non vede il foliage, ma mi sa tanto che non vede neppure la strada che gli si para davanti, andando a stento ed a casaccio: guida e non vede, guida e non guarda, pensa solo alla sua meta (se mai ci arriverà), al suo bieco obiettivo; pensa solo ad arrivare, per fare, per dire, per affermare e per affermarsi, travolgendo tutto ciò che gli sta intorno, incurante di sé e degli altri….ecco cosa sei, un egoista, uno che non vede più in là del suo naso, o forse un inutile uomo che non vede o che non vuole o si sforza di non vedere, punto e basta.

Eppure quel Tizio aveva anche gli occhiali….doppia aggravante e recidiva…

Il foliage continua ad abbagliarmi e ad innamorarmi, vorrei calpestare lo scricchiolio di quelle foglie marronate, color del mattone, ora venate di viola ed ora d’un nocciola rugginoso ed intenso, ora accese di punte di rosso vivo ed ora giallastre e morenti, castagne bronzate dal fumo del camino.

Autunno specchio della vita che va, del tempo che scorre e che si accumula pesante sulle nostre spalle…tempo che non si fa fermare, neppure usando le maniere forti….ed intanto l’autostrada va veloce verso il suo infinito, ed io guido, guido stando attenta come diceva qualcuno più saggio di me ad evitare le buche più dure…ma quando arrivi Primavera?