L’Italia è piuttosto brava nello Sport. Eccelle in diverse discipline, un po’ meno in altre ma se la cava bene in quasi tutto.
“Il Calcio è amato, è divertente a giocarsi e a vedersi“. Ha avuto i suoi meritati successi frutto di organizzazione, studio e programmazione. La Scuola di Coverciano è la migliore al mondo ed è un punto di riferimento per dirigenti, tecnici, allenatori e professionisti del settore. Ciò nonostante c’è una crisi tecnica e strutturale che riguarda la nostra Nazionale, che non partecipa alle Olimpiadi dal 2008 ed è stata assente dai Mondiali del 2018 e 2022. La parentesi positiva del titolo europeo del 2021 è passata in secondo piano.
Esiste un’altra “Italia sportiva” fatta di atlete ed atleti che non vivono sotto i riflettori ma che continuano a salire sui podi di tutto il mondo. È l’Italia della Scherma, del Nuoto, dei Tuffi e della Pallanuoto, dell’Atletica Leggera, del Ciclismo, del Canottaggio, della Ginnastica, degli Sport invernali con lo Sci in testa, del Tennis, della Pallacanestro, della Pallavolo, del Tiro, degli Sport da combattimento, del Sollevamento Pesi e degli Sport Paralimpici. È l’Italia delle medaglie, dei record e del continuo impegno quotidiano che merita rispetto, sostegno e attenzione.
Ai Giochi Olimpici di Tokyo del 2021, l’Italia ha conquistato 40 medaglie, un record storico, confermato nel 2024 a Parigi. Ha brillato in particolare l’Atletica Leggera, ma anche altri Sport di solito meno celebrati come il Taekwondo, la Lotta , il Tiro a volo, il Karatè, il Tennis, il Pugilato, il Nuoto e la Pallavolo. Nel 2022 a Pechino sono andati molto bene anche i Giochi invernali.
Qui nasce la contraddizione più evidente: il calcio italiano continua a godere di una posizione dominante, con investimenti pubblici e privati sproporzionati rispetto agli altri Sport. Gli stadi non si riempiono più come in passato, le Nazionali mancano le qualificazioni, ma i finanziamenti non mancano mai. Al contrario, le Federazioni di molte discipline olimpiche faticano a trovare sponsor, strutture adeguate e visibilità mediatica. Gli atleti spesso si allenano in condizioni precarie, i loro compensi sono lontanissimi da quelli dei colleghi calciatori, nonostante i notevoli risultati tecnici per raggiungere i quali è richiesto un lavoro con un forte e costante impegno.
Il Calcio rimane una passione popolare e un elemento identitario del nostro Paese, tuttavia dobbiamo riconoscere che lo Sport italiano è molto di più, e che questa ampia diversità merita di essere tenuta presente e valorizzata. Gli atleti olimpici sono veri ambasciatori dell’eccellenza italiana nel mondo ed un presidio educativo e sociale fondamentale per migliaia di giovani.
Occorre allora un cambio di modello culturale. Maggiori fondi allo “Sport di Base e a quello Scolastico”, più investimenti nell’impiantistica, più visibilità a tutti i grandi eventi, con il Ministero dello Sport ed il CONI che spingono in un’unica direzione per costruire un sistema sportivo più giusto, più sostenibile e più rappresentativo del vero talento italiano.