Funerali solenni per l’ultimo saluto a Diego Dino Guida. “Che la terra ti sia finalmente lieve”

Il silenzio. Poi il rintocco delle campane della chiesa di Santa Maria Assunta in Castellare ed il picchetto della Polizia di Stato che ha accolto sul sagrato l’arrivo del feretro di Diego Dino Guida, poliziotto assistente capo coordinatore da moltissimi anni al Commissariato di Pescia.

La bara è stata poi trasportata a spalla all’interno della chiesa da sei colleghi.

Una folla commossa ha dato l’ultimo saluto a Diego Dino Guida. La chiesa di Santa Maria Assunta in Castellare non è bastata per contenere tutti coloro che hanno voluto dire addio al poliziotto, morto per un malore improvviso la scorsa settimana a soli 59 anni.

Una celebrazione commovente, officiata dal Vicario Generale a don Alberto Tampellini, dal parroco padre Lorenzo Frattini, da don Valerio Mugnaini coordinatore dell’Unità Pastorale delle parrocchie cittadine e dal cappellano della Polizia di Stato don Cristoforo Mielnik.

In tantissimi si sono stretti attorno ai familiari di Diego: il figlio Lorenzo con Francesca, la compagna Sonia con Francesca.

Era appena rientrato in Commissariato da un servizio in esterna, Diego, quando nella tarda serata di mercoledì della scorsa settimana, ha cominciato a manifestare i primi malesseri. Ai suoi colleghi ha detto che sarebbe andato “sul divanetto, quello al piano sopra” per riposarsi un pò e che sarebbe tornato giù di lì a poco.

Un collega, non vedendolo rientrare, ha salito le scale, preoccupato, per avvisarlo che si stava facendo tardi, e l’ha trovato esanime. A niente sono valsi i tentativi di rianimazione, dei colleghi prima e dei medici del 118 dopo.

Nel corso della celebrazione è stato letto un saluto, a nome dei colleghi di Diego, che ne ha ricordato le qualità umane e professionali. A lui hanno dedicato la poesia di Alda Merini, Che la Terra ti sia finalmente lieve:

Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all’ orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.