Ex Sindaco a ruota libera. “Studio su Collodi, soldi buttati via. Parcheggi ospedale, avevo altre idee…”

Antonio Abenante fu sindaco del Comune di Pescia dal 2004 al 2009. Subentrò alla guida di Palazzo Vicario al commissario prefettizio Vittorio De Cristofaro, venuto a Pescia dopo la caduta di Roberto Fambrini. Alla ricerca del bis nel 2009, gli fu fatale la divisione interna al centrosinistra e Roberta Marchi divenne la prima donna Sindaco di Pescia.

In queste settimane si è rivisto a Pescia. Una presenza che qualcuno ha interpretato come un “fantomatico ritorno nell’agone politico”. “Ma figuriamoci”, ha risposto Antonio Abenante con fare sornione.

“Ho partecipato come invitato ad un incontro pubblico a Collodi, testimone di una storia, quella della viabilità del paese, ormai più che ventennale. L’incontro era stato indetto a seguito della pubblicazione di uno studio di fattibilità, dal costo di 120.000 euro, sull’attraversamento dell’abitato di Collodi mediante galleria sotto il Castello. Lo studio era stato scartato dalla Provincia di Pistoia già molti anni fa e non era nemmeno contemplato nell’accordo di programma del 2001 garantito dalla Regione Toscana. In tutta sostanza, sarebbe bastato leggersi due carte per risparmiare 120mila euro“.

“Ho detto che quello studio di fattibilità per me era pura fuffa, fumo negli occhi, strumento di distrazione di massa per far credere che “del problema ce ne stiamo occupando” quando è esattamente il contrario“.

Ma la visita di Abenante a Pescia non si è conclusa a Collodi. L’ex primo cittadino ha fatto, si fa per dire, un giro anche ai parcheggi dell’ospedale e…quante cose gli sono tornate alla mente…

Mi viene attribuita la responsabilità di quei parcheggi, niente di più falso. Quello promosso e convenzionato con firma durante la sindacatura Marchi era un nuovo progetto, con minori impegni finanziari a carico dell’impresa, senza le opere compensative (parcheggi gratuiti fuori dal centro storico, bus navetta etc.) e come tale, sarebbe dovuto essere nuovamente approvato dal consiglio comunale. Si preferì invece accreditare la tesi di un percorso obbligato per la nuova amministrazione, di sostanziale continuità con quello precedente. Falso! Peraltro con una delibera di Giunta presa dalla mia amministrazione circa sei mesi prima della fine della legislatura si intimava all’impresa aggiudicataria l’adeguamento del progetto alle prescrizioni del Comune pena la decadenza ed annullamento del procedimento. Adeguamenti mai pervenuti e pertanto il procedimento sarebbe potuto essere annullato…”.