La “Madonna del Baldacchino” di Raffaello potrà essere ammirata nella Cattedrale di Pescia, sua sede originaria, dal 29 aprile al 30 luglio 2023.
Gli Uffizi infatti hanno deciso di trasferire l’opera da Palazzo Pitti secondo il progetto “Uffizi Diffusi”, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
La pala d’altare fu dipinta dal pittore urbinate tra il 1506 e il 1508 per la famiglia Dei. Doveva essere collocata nella loro cappella della Chiesa di Santo Spirito a Firenze ma questo non avvenne. L’autore fu chiamato a Roma da papa Giulio II e quindi l’opera rimase incompiuta.
Fu acquistata da Baldassarre Turini, alto prelato della Santa Sede, amico di Raffaello. Il dipinto trovò sistemazione sull’altare della cappella Turini nella Cattedrale di Pescia, dove restò fino alla fine del Seicento.
Nel 1697 Ferdinando de’ Medici entrò in possesso del capolavoro e lo ricondusse a Firenze presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti. Nel duomo pesciatino l’opera fu sostituita da una copia di Pier Dandini.
La “Madonna del Baldacchino” è stata oggetto di indagini da parte dell’ Opificio delle Pietre Dure, dalle quali è risultato che il capolavoro può essere trasferito ed esposto nella Cattedrale di Pescia.
E’ stato necessario solo un intervento di consolidamento nella parte più alta del supporto ligneo. La pala d’altare sarà messa a confronto con la copia di Pier Dandini, restaurata di recente.
Sotto un baldacchino, sorretto da angeli, siede in trono la Vergine con in braccio il Bambin Gesù. Ai lati si riconoscono da sinistra i santi Pietro, Bernardo di Chiaravalle, Giacomo maggiore e Agostino. Il dipinto è simmetrico ma è percorso da un movimento creato dalle pose dei protagonisti, dai loro sguardi, dal volo degli angeli che sorreggono il baldacchino. Presenta la grazia caratteristica di Raffaello, che si può notare ad esempio nella tenerezza del gesto del Bambin Gesù che si tocca un piedino.
Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt ha dichiarato: «Il criterio principale dell’operazione Uffizi diffusi è la ricostruzione del tessuto storico e delle vicende artistiche nei vari centri in cui si espongono le opere. Certamente portare la Madonna del Baldacchino di Raffaello a Pescia è un’operazione di peso eccezionale, che non solo vuole ricordare l’arredo originale del Duomo ma mette anche in risalto anche la figura di un pesciatino importante quale fu Baldassarre Turini».
Gli fa eco il vescovo di Pescia monsignor Roberto Filippini: «La possibilità di contemplare il capolavoro di Raffaello nella sua collocazione originale, accanto alla raffinata copia settecentesca del Dandini sarà occasione per molti di ripercorrere un arco di storia dell’arte fra i più suggestivi e fecondi e di poterlo situare in una avventura architettonica religiosa di straordinario interesse quale la Cattedrale di Pescia, nel suo divenire, dalla Pieve Romanica agli adeguamenti delle diverse epoche, fino ad oggi. Per la Chiesa pesciatina inoltre la contemplazione della Pala dell’Urbinate, permetterà di tornare ancora sulle proprie origini, e quasi di prolungare quel Giubileo del suo cinquecentenario, bruscamente interrotto dalla pandemia. L’esposizione della Madonna del Baldacchino infine potrà offrire un ulteriore motivo per riconsiderare l’importanza della via della bellezza nell’esperienza del trascendente».
La presenza provvisoria della “Madonna del Baldacchino” di Raffaello nella Cattedrale di Pescia sarà un evento significativo per la storia della nostra diocesi.