Operazione antidroga a Torre del Lago. Tra gli arrestati un 56enne nato a Pescia

Sono oltre un centinaio gli uomini e le donne della Polizia di Stato che all’alba di lunedì hanno dato esecuzione ad una vasta operazione antidroga volta a smantellare un’associazione a delinquere dedita allo spaccio di cocaina ed hashish nella Pineta di Levante di Torre del Lago.

L’organizzazione, indagata dagli investigatori della Squadra Mobile di Lucca e del Commissariato distaccato di Viareggio, avevano eletto la pineta a base operativa adibendola a piazza di spaccio, presidiata notte e giorno, anche con l’uso di armi, con sentinelle, addetti allo spaccio e addetti all’approvvigionamento di viveri, alla costruzione di manufatti per dormire, cucinare e per nascondere lo stupefacente.

In esecuzione di un’ordinanza emessa dal Gip di Firenze, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo toscano, sono sei i soggetti tratti in arresto, tre dei quali sottoposti alla misura cautelare della custodia in carcere, gli altri agli arresti domiciliari. Si tratta di E.A., noto come Alessandro (Marocco 1984), e L.G. (Carrara 1991), ristretti in carcere, e di S.H. (Marocco 1989), G.F. (Pescia 1964), sottoposti agli arresti domiciliari.

Altri tre indagati, colpiti da misura cautelare, sono stati sottoposti al divieto di dimora nel comune di Viareggio.

Contestualmente agli arresti, sono state eseguite 21 perquisizioni nei confronti di altrettanti sodali e fiancheggiatori, italiani e marocchini, uomini e donne, residenti nelle provincia di Lucca e in quelle limitrofe.

Sempre questa mattina, oltre agli arresti e alle perquisizioni, è stata sottoposta a sequestro preventivo un’attività di ristorazione, usata dall’associazione per il reimpiego e il riciclaggio degli ingenti guadagni che il sodalizio ha derivato dallo spaccio (per una somma non inferiore a 70 mila euro). Si tratta del ristorante “La Conchiglia Bistrot”, nel comune di Lerici (SP), intestato a due italiani, indagati per il reato di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e all’auto riciclaggio avendo gestito l’attività in nome e per conto del sodalizio.

Sequestrati anche due motoveicoli e due vetture riconducibili al sodalizio ed asservite ai suoi scopi delittuosi.

La Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze ha infine disposto il sequestro della porzione della Pineta di Levante attigua alla stazione ferroviaria di Torre del Lago e la restituzione all’Ente gestore, con obbligo a carico di detto Ente e di RFI della rimozione dei manufatti che il sodalizio ha predisposto nel tempo, anche a ridosso della strada ferrata, per agevolare l’attività di spaccio ed il controllo dell’area.

Secondo gli inquirenti, G.F. presidiava la piazza di spaccio svolgendo vari compiti: dall’approvvigionamento alla preparazione del cibo che tutti i sodali, presenti nella piazza di spaccio dalle 9 del mattino alla mezzanotte, consumavano dentro la Pineta, dalla costruzione di manufatti ove custodire lo stupefacente interrato alla ricarica dei telefoni all’alimentazione delle torce utili per la sera.

La banda contava su centinaia di clienti che, giornalmente, quasi in processione, raggiungevano il luogo di spaccio, prevalentemente a bordo dei treni, costeggiando la linea ferrata dell’adiacente stazione di Torre del Lago. Per facilitare l’accesso alla piazza di spaccio il sodalizio ha anche installato un vero e proprio ponte in ferro per il superamento del canale, poi rimosso dall’intervento della Polizia Ferroviaria e di RFI, il cui personale è stato a più riprese costretto ad intervenire anche su varchi nelle recinzioni della pineta, in corrispondenza della linea ferroviaria, creati dagli spacciatori o dagli stessi clienti.

L’ordine era quello di spaventare l’intruso, anche mostrando la pistola o picchiandolo.

Son ben quattro gli episodi di violenza documentati dagli investigatori: il più grave ai danni di un senzatetto che ha lasciato la pineta dopo il tentativo di annegamento che i sodali hanno messo in atto costringendolo con la testa in acqua, per diversi secondi.