Ponte all’Abate. La rabbia dei commercianti danneggiati. “I lavori procedono a rilento”

Cominciamo con il dire che i negozi sono come sempre accoglienti, belli e vivi, i titolari sono persone serie e affabili e i prodotti in vendita tantissimi, variegati e freschi.

Provano a prenderla con filosofia i commercianti dell’area intorno al Ponte all’Abate, chiuso ormai da un mese, dallo scorso 17 giugno. Ma “la pazienza non è eterna“, dicono. Sotto accusa, soprattutto il tentennamento nell’avvio dei lavori. “Non siamo dei tecnici ma a noi sembra che i lavori procedano a rilento. Qui -dicono indicando il cantiere- non si vede mai nessuno”.

I lavori dureranno sette mesi, ovvero questo è il tempo durante il quale sarà vietato il transito di auto e motocicli.

Tra i commercianti, dicevamo, c’è sconforto e rabbia. Le considerazioni sono le stesse.

Cristiano Valeri della Farmacia Morganti, ha detto “non si può continuare a sopportare in silenzio”. “E’ stato avviato un lavoro inspiegabile su di un progetto sconsiderato. Le responsabilità vanno ricercate tra gli amministratori che, seduti al tavolo o nella stanza accanto, decisero per la chiusura del Ponte all’Abate”.

Gabriele e Rosalba Sodini con la mamma Elena Grossi di Abbagliamento Ada, temono che i tempi per la conclusione dei lavori possano andare oltre i sette mesi. “Che succederà quando comincerà a piovere? Quando le giornate si faranno più corte?”. E suggeriscono lo svolgimento dei lavori su più turni giornalieri, fino a coprire tutte le 24 ore.

Alfredo Martinelli dello studio fotografico Arte Foto, ha detto “si faccia il possibile per accelerare i tempi e rimanere all’interno del cronoprogramma che ci è stato comunicato”. “L’amministrazione comunale si metta nei nostri panni, solleciti i ristori economici e stabilisca con l’impresa nuove regole di ingaggio per l’esecuzione dei lavori”.

Per Giuseppe Michetti del supermercato Ekom, “gli amministratori di Comune, Provincia e Regione sono colpevoli. Il fatturato delle aziende scende ogni giorno. E’ a rischio la chiusura di molte attività”.

Jessica Ulivieri del negozio Donna di Fiori, invece, “si sente abbandonata da tutti. Si trovino velocemente delle soluzioni per consentire alle aziende di sopravvivere. Dove sono i ristori?”.

Giulia Betti della Ferramenta Betti Gianmario ha affermato che “moltissime delle vendite cosiddette occasionali sono andate perdute”. “Sarà difficile, anche quando il ponte sarà di nuovo aperto, riconquistare la fiducia di quella clientela, che nel frattempo si è rivolta ad altri rivenditori”.

I commercianti, in coro, temono un calo delle vendite nell’ordine del 30-50%, un’enormità. Sollecitano il Comune affinchè faccia tanta e positiva comunicazione. “A Ponte all’Abate si arriva, magari c’è da fare una viabilità diversa, ma i negozi ci sono ed hanno voglia di lavorare”. Sotto accusa la segnaletica stradale che in Lucchesia ma anche in Valdinievole avverte dei lavori senza però dare garanzie sull’apertura dei negozi.