Risto Bar Medieval, c’è Stultus con “Terra incognita”. Le foto

Al Risto Bar Medieval, in piazzetta del Ducci, 9 a Pescia, si inaugura sabato 26 la mostra di Francesco Niccoli Stultus “Terra incognita”. Il taglio del nastro alle ore 17.
CHI E’ FRANCESCO NICCOLI STULTUS

Francesco Niccoli Stultus, nato a Firenze nell’82, vive e lavora in Toscana. Diplomato all’Istituto d’Arte di Lucca; figlio d’arte di Dyalma Stultus, pittore triestino.

Artista visivo, la sua ricerca si muove fra vari linguaggi espressivi: scultura, pittura, disegno, fotografia. Nelle sue opere si riscontra un’ influenza surrealista, un immaginario catartico, inteso come atto creativo di introspezione, evoluzione e metamorfosi, che viene restituita attraverso una propria ricerca, profonda e attuale. La deformazione, la contorsione e la contaminazione “negativa” fra gli elementi si riscontrano nel suo lavoro, specchio della realtà percepita.

Cresciuto immerso nella natura, ne ha osservato i cicli di vita e di morte, il processo di creazione che si dissolve, oscillando tra naturale e spirituale, in favore di una dimesione evocativa, visionaria, poetica.

Il suo percorso creativo si articola in tematiche che delineano un disegno mentale sovrastato da un’eccedenza di percezione, che si sofferma principalmente su una dimensione d’identità umana e che rivela un’appartenza senza tempo alla natura.

Esperto nei processi tecnici legati alla ceramica, nelle sue sculture si riscontra una ricca varietà di materiali come resina, legno, metalli, pelliccia, specchi, illuminazione ed elementi organici. In particolare, il riferimento agli elementi organici e naturali (ossa, corni, liquidi, legno, fiori, radici) è una costante nella ricerca e nell’estetica delle sue opere pittoriche e scultoree. Olio, bitume, china sono le tecniche più ricorrenti nella pittura.

Nei dipinti emergono tratti autobiografici, in un complesso esercizio di racconto delle ansie e contraddizioni individuali e sociali. Tramite la materializzazione della trasposizione animalesca dell’uomo, affronta e mette in discussione la condizione umana: rinnovamento, trasformazione, ciclicità, trascendenza del vivere. In molte opere emergono con forza un’energia capace di ereggere e distruggere, una narrazione plastica che descrive un’evidente mancanza di equilibrio del mondo in cui viviamo.