Fondazione Conservatorio San Michele a rischio chiusura. Vitali: “Sia luogo di democrazia e libertà”

L’Ultima Cena di Fioravante Sansoni, la Maddalena in Gloria con angeli del ‘600, San Francesco nel roseto, la Madonna in trono tra San Michele Arcangelo e San Benedetto di Ippolito Brunetti.

Sono alcune tra le opere di inestimabile valore che rischiano di “sparire” da Pescia se la Fondazione del conservatorio San Michele di Pescia dovesse chiudere. Sì, chiudere.

Un rischio tanto imminente quanto tragico per la nostra città. A denunciarlo è Paolo Vitali, storico riconosciuto per l’indiscusso valore, docente di storia dell’arte al Coluccio Salutati di Montecatini, presidente della Biblioteca Capitolare di Pescia e, appunto, della Fondazione dal 2013. Il complesso monumentale ospita anche la chiesa di San Michele e il Liceo Lorenzini, fiore all’occhiello per la formazione di giovani studenti.

Tutto bene, anzi benone, viene da dire, fino al 2020. In questi anni la Fondazione è spesso promotrice di progetti culturali importanti, come il recupero di tele antiche, l’organizzazione di convegni, concerti e della Maratona di Lettura, rassegna di successo istituita con l’obiettivo di contribuire a rendere la pratica della lettura un’abitudine sociale diffusa e riconosciuta.

Poi succede che…”alcuni eventi, uno dopo l’altro, rischiano ora di mettere in ginocchio la Pinacoteca e gli altri ambienti dell’ex monastero delle Benedettine”. “Nel dicembre 2020 è caduta una falda di tetto della Fondazione, vicino all’ingresso del Liceo Lorenzini”, ha spiegato Paolo Vitali. E poi alcuni episodi vandalici che hanno deteriorato lo storico luogo, “come quando in estate qualche farabutto è entrato nel giardino della struttura, divelto le reti e maltrattato le strutture”. E l’emergenza epidemiologica che ha impedito l’organizzazione di attività che avrebbero potuto ridare linfa, e risorse economiche importanti, alla Fondazione.

Tutto quanto sta ora mettendo in serio pericolo le casse dell’associazione, già appesantite dal necessario intervento sostenuto tra il 2017 e il 2018 per la sistemazione del muro di cinta tra via Trieste e via San Michele.

La Fondazione ha allertato Ministero dei Beni Culturali, Provincia di Pistoia, Diocesi e Comune di Pescia della pessima situazione, ma “siamo ancora in alto mare per fare progetti propositivi e concreti per fronteggiare questa emergenza”. Non basta il sostegno di Banca di Pescia e Cascina e dei volontari del Rione San Michele, che lì ha la propria sede.

Il rischio che la struttura possa chiudere è reale.

La Fondazione potrebbe venir assorbita dalla fondazione cosiddetta madre, ovvero dalla fondazione più alta in grado tra quelle create da Pietro Leopoldo di Lorena che trasformò i monastero in conservatori sul finire del 1700, la fiorentina Le Mantellate.

Ma questa potrebbe altresì decidere di trasferire altrove quei reperti artistici, lontano dunque dalle loro origini, dai luoghi che furono al tempo scelti dagli artisti.

Nel consiglio direttivo della Fondazione ci sono, con Vitali, Rosy Gianneschi, vicepresidente e segretario in rappresentanza della Diocesi di Pescia, Francesca Rafanelli per la provincia di Pistoia, Marco Mencarini per il Comune di Pescia, Placido Sangiorgio, rappresentate del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Matteo Benigni.

All’unisono sollecitano l’intervento delle istituzioni e dei pesciatini affinchè un patrimonio di così inestimabile valore non venga disperso. Auspicano anche una revisione dei patti almeno con la provincia di Pistoia, per la parte del complesso in comodato gratuito al Liceo Lorenzini, e con il Comune di Pescia, per la parte adibita ad area verde, i giardini Nerja.

Nel 2019 fu riconosciuto dalla soprintendenza beni culturali l’interesse culturale della struttura. Questo impedirà una diversa destinazione immobiliare in caso, speriamo remoto, di vendita. Sono salvaguardate anche le opere al suo interno. “Non sarò certo io a venderle a collezionisti privati per risanare i conti“, ha detto Paolo Vitali, che non esclude però la possibilità di cessione o prestito ad enti o fondazioni anche bancarie, del territorio in grado di garantirne la fruibilità alla comunità.

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