A Castelvecchio quest’anno “non nasce” Gesù Bambino

Nuove normative sulla sicurezza, prevenzioni anti-terrorismo, personale qualificato e piano di evacuazione. Ecco perchè quest’anno “Il Presepe Vivente” a Castelvecchio non si farà.

L’organizzazione, che fino ad oggi ha fatto capo alla Parrocchia, seguendo come gli scorsi anni l’iter burocratico per richiedere il patrocinio del Comune di Pescia e le necessarie autorizzazioni, ad appena un mese e mezzo dall’evento si e’ visto richiedere adempimenti che fino ad oggi non si erano resi necessari a seguito delle nuove normative sulla sicurezza e prevenzione del terrorismo.

E’ facile immaginare la delusione degli organizzatori e di tanti paesani. “Dal 1990 a Castelvecchio, ad esclusione di qualche edizione saltata causa maltempo, la sera del 24 dicembre prende vita “Il Presepe Vivente”, il primo ad avere vita nel comune di Pescia e tra i primissimi nella provincia di Pistoia”.

Da quest’anno vi è anche l’obbligo di presenza a pagamento di personale qualificato (Protezione Civile o Vigili Urbani), la redazione da parte di un professionista di un piano di sicurezza ed evacuazione, e l’acquisto di tutto il materiale necessario come cartellonistica o estintori. “Troppi soldi per una manifestazione che non percepisce introiti se non tramite offerte ed un impegno organizzativo insormontabile soprattutto per chi lo fa per passione rubando il tempo al proprio lavoro, alle proprie famiglie”.

Ma i volontari del gruppo non si danno per vinti e si stanno gia’ muovendo per poter far fronte alle nuove esigenze organizzative riguardanti la sagra del Panino con il prosciutto, la Processione in occasione della festivita’ in onore della Madonna Addolorata e naturalmente “Il Presepe Vivente edizione 2018”.

“Non e’ possibile paragonare un presepe vivente, dove al limite possono partecipare qualche centinaio di persone che si alternano nell’arco di tutto lo svolgimento ( 4/5 ore) oppure una processione di carattere prettamente religioso e per di piu’ svolte in paesi come Castelvecchio o altri paesi della montagna debbano essere considerate al pari di concerti, assemblamenti o altre manifestazioni con migliaia di persone e svolti in grandi città”.