Alle ultime elezione regionali ha votato tra il 40 e il 50% degli elettori. Meno 16% delle precedenti analoghe consultazioni. E’ il collasso della Politica. Vince chi convince di più gli affezionati del proprio elettorato e anche alla fine chi ha governato. E’ vero che la consultazione regionale ha fatto emergere cambiamenti tra le forze dei due schieramenti e che la vittoria per l’elezione del Parlamento potrà essere contendibile. Non cambia la sostanza. E’ probabile che alle prossime elezioni politiche andrà alle urne non più del 50% degli aventi diritto, cioè un elettore su due. Un risultato scontato se si continuerà a parlare ai propri sovranisti elettorali.
I partiti curano i propri tifosi e la diversità di pensiero all’interno degli stessi partiti è considerata un pericolo anziché una ricchezza. Siamo di fronte ad una democrazia dimezzata con la divisione dei consensi che onestamente non permette di parlare come rappresentanti del popolo italiano. Il 50% dei votanti non sono indecisi, ma sfiduciati dalla politica. L’identità chiusa dei partiti non apre alla partecipazione dei cittadini. Conserva semmai il potere all’interno dei partiti e nelle Istituzioni.
Questa è la sensazione che ricevono i cittadini e soprattutto i giovani. Il confronto è sempre su chi ha vinto o perso e su chi potrà vincere alla prossima scadenza. Le elezioni locali e regionali non sono equiparabili tra loro e tantomeno con quelle nazionali. Il dibattito politico elude la ricerca delle cause dell’astensionismo. Tutti gli attori esprimono un rammarico ipocrita e spiegazioni superficiali. Queste amnesie colpiscono anche le forze progressiste.
La sinistra è sulla difensiva da anni. Il mondo è cambiato e occorre una cultura strategica. Molti elettori s’interrogano sulla esistenza del leader competitivo con la destra. E’ una domanda pertinente. La vera risposta è a monte. La sinistra deve riflettere sugli errori di analisi commessi. Il sistema capitalistico non ha alternative. Come spesso è successo nella storia della sinistra italiana ha vinto il ragionamento approssimativo. Ha sposato sostanzialmente la globalizzazione neoliberista e non è riuscita, neppure di fronte alle accelerazione dell’innovazione tecnologica, a riflettere sull’analisi delle conseguenze. Non ha rilevato le enormi diseguaglianze che si sono determinate. Non ha compreso che la rivolta contro le élite coinvolgeva nelle responsabilità la sinistra.
I ricconi, gli autocrati, le destre comandano e raccolgono il consenso dei lavoratori e dei poveri. Il popolo della sinistra si è sentito abbandonato, colpevolizzato, indifeso, non meritevole di considerazione sociale, di presenza fisica. Sono state indebolite le strutture politiche di vicinanza alle persone. Molti elettori hanno considerato elitaria la meritocrazia. Le élite spesso hanno attribuito la colpa della perdita del posto di lavoro, dei bassi salari all’assenza della laurea. I lavoratori disintegrati come componente sociale e come classe vedono la sinistra distante. Così i poveri. Il ceto medio produttivo costituito da piccoli e medi imprenditori dell’industria, dell’artigianato, del commercio, del turismo sono considerati attori minori dell’economia.
Le città si desertificano per la chiusura di migliaia di negozi e la dequalicazione dei mercati su area pubblica. Il commercio on line attraversa le città per recapitare una lametta e non viene avanzata una proposta credibile a difesa dei servizi ai cittadini. I giovani considerano incerto il loro futuro. I lavori tecnico professionali come idraulico, elettricista, falegname sono rifiutati. .
La Costituzione va difesa con i denti, ma le Istituzioni e lo Stato hanno bisogno di riforme per renderli efficienti abbattendo la burocrazia indegna di uno Paese moderno. Negli U.S.A. i dazi, le politiche contro le migrazioni illegali passano come scelte protettive dei lavoratori e anche per questo hanno votato Trump. La distruzione del popolo palestinese ha visto protagonisti i giovani scendere spontaneamente nelle piazze, ma la pace nel mondo non è considerata dalla politica un bene assoluto.
L’invasione russa dell’Ucraina è inaccettabile. Qualcuno si è impegnato a prevenire la guerra? Il riarmo e addirittura la proliferazione delle armi nucleari sono all’ordine del giorno. Mancano idee e proposte per un nuovo ordine mondiale verso la pace, il disarmo, la giustizia sociale per rimuovere le cause delle guerre. Gli intellettuali sono stati messi ai margini e mai chiamati a dare il loro prezioso contributo. In assenza di analisi e di autocritica degli errori non può nascere una cultura strategica e una leadership capace di riportare gli aventi diritto al voto e riconquistare credibilità. C’è bisogno di un nuovo tipo di Politica per lavorare ad un concreto programma di governo ad iniziare dai temi più scomodi per la sinistra.
La difesa dei confini ed il concetto di Patria sono patrimonio di tutti, compresa la sinistra. Essere patrioti non è un valore delle destre. Dio, Patria e Famiglia è un motto adottato dal fascismo con il significato ideologico, nazionalista e autoritario. L’origine invece ha le sue radici nel Risorgimento e nasce dal pensiero politico di Mazzini. Tutto il contrario del nazionalismo aggressivo e del dominio. La Patria come comunità di liberi e uguali. Le fondamenta erano la libertà politica e la partecipazione democratica. Era presente nel Risorgimento l’ideale della solidarietà umana con il “cosmopolitismo di nazioni”. Il patriottismo è l’opposto del nazionalismo.
La difesa della Costituzione è possibile se vivono i valori e l’unità di tutte le forze che l’hanno conquistata. E’ un grave errore pensare di essere cittadini senza radici perché vengono meno i valori d’identità, comunità, solidarietà. Gli Stati d’Europa non sono uguali agli U.S.A. Ha sbagliato sul piano dell’analisi chi nella sinistra ha pensato di farne un riferimento democratico, economico e sociale da emulare. Basta pensare al ruolo di gendarme esercitato nel mondo, alle diseguaglianze nella società per l’assenza di welfare ed oggi alla tecnocrazia dei grandi del Web che operano per sostituire la democrazia. Questo non significa essere antiamericani e non riconoscere il contributo dato per la vittoria sul nazifascismo, la ricostruzione dell’Europa e la difesa dell’Occidente dalle dittature.
Ma oggi il mondo è diverso. L’ordine mondiale è scardinato e gli U.S.A non sono più in grado di essere egemoni e dunque neppure l’Occidente. E’ giunta l’ora di prenderne atto. La competizione degli U.S.A. è con la Cina e l’Europa è diventato un peso. L’Unione Europa è nata dall’idea di scongiurare nuove guerre tra gli Stati. Il mondo di oggi, comandato dalle grandi potenze, esige un salto di qualità. Al governo europeo va conferita l’autorevolezza dell’elezione diretta del Parlamento, allo scopo di avere un ruolo effettivo nella politica estera e per la difesa comune, nel mercato economico, finanziario e fiscale, salvaguardando identità e cultura di ogni Stato.
I processi migratori devono essere governati con la programmazione degli accessi all’Europa. La solidarietà e l’accoglienza ai richiedenti asilo politico è fuori discussione. Non è però tollerabile che nel nostro Paese siano presenti molti migranti clandestini lasciati a sé stessi senza programmi di inclusione, di insegnamento dei diritti e dei doveri. La denatalità è una emergenza assoluta che impone politiche immediate ed efficaci che comunque richiedono tempo, mentre la forza lavoro va garantita per l’economia e lo stato sociale. Al tempo stesso la sicurezza è un diritto oggettivo fondamentale dei cittadini.
Una nuova cultura strategica della sinistra significa abbandonare il neoliberismo e combattere le diseguaglianze. Il programma è fondamentale con al centro l’economia, l’impresa, il lavoro da sottoporre al confronto delle forze motrici dello sviluppo sostenibile quali creatori della ricchezza. La giustizia sociale esige una equa distribuzione delle risorse e per un moderno stato sociale. Politica fiscale, sanità, scuola, politiche per i giovani, smantellamento della burocrazia costituiscono i pilastri del cambiamento.