Monsignor Filippini, comincia il viaggio di ritorno. Vescovo straordinario e Pastore

Salve Eccellenza. Come sta?
“Molto bene, grazie”.

Lo scorso 6 giugno ha compiuto 75 anni e, in ordine al Codice di diritto canonico, ha presentato le dimissioni al Pontefice che potrà accettarle entro i termini più opportuni.
“Esatto. E’ così dal 1966 quando papa Paolo VI con il motu proprio Ecclesiae Sanctae stabilì che tutti i vescovi dovessero presentare le loro dimissioni al compimento del 75º anno di età. Dalla Santa Sede ho ricevuto l’invito continuare a fare il vescovo nunc pro tunc, ora per allora, ovvero fino a quando sarà nominato il nuovo vescovo”. “Sto cercando di vivere quello che mi è stato chiesto, confesso con un po’ di apprensione soprattutto per quanto riguarda la programmazione degli impegni previsti per l’anno pastorale che ufficialmente aprirà il prossimo 23 ottobre per la ricorrenza di sant’Allucio ma già avviato nel mese di settembre”.

Le dispiace dover andare via da Pescia?
“Vivo il dispiacere di lasciare una realtà nella quale mi sono immerso da subito. Ho trovato tante persone pronte ad accogliermi e che nel tempo mi hanno riservato una bella amicizia e tanta fraternità. All’interno del clero, certamente, ma anche tanti privati cittadini. Si, mi dispiace moltissimo”. “Appena arrivato mi sono imposto di conoscere una realtà che per me era ignota. Per mesi ho girato come una trottola per comprendere la storia di questa splendida comunità”.

“La Diocesi di Pescia è tra le più piccole in Toscana quanto ad estensione territoriale, appena 222 km quadrati, ma densamente popolata, oltre 125mila abitanti. I paesi, le comunità, le associazioni per lo più sociali e di volontariato vivono gomito a gomito e si susseguono senza soluzione di continuità, ognuno con la propria identità. Il campanilismo tipicamente toscano è vivo anche qui Valdinievole”.

E’ entrato a Pescia il 24 gennaio 2016, quasi 8 anni fa. Quanti ricordi…
“Tantissimi. Tra le emozioni più belle c’è sicuramente la celebrazione per i 500 anni dalla fondazione della Diocesi e l’avvio del Giubileo Diocesano, nel maggio 2019. L’apertura della Porta Santa coincise con la riapertura della chiesa Cattedrale dopo due anni dall’avvio dei lavori di consolidamento e adeguamento liturgico del nuovo presbitero”.

“Fu costituito un Comitato per coordinare gli eventi pastorali. Furono pensate nuove liturgie nelle celebrazioni e organizzata la peregrinazione della reliquia di sant’Allucio nelle parrocchie”.

Diceva del restauro della Cattedrale…
“Si, lo ritenni sin da subito quasi un obbligo. Tutt’oggi ammiro i miei predecessori che avevano sopportato la situazione di degrado, ovvero, le crepe strutturali, l’umidità, la perdita dei colori originali, preferendo, a ragione, destinare risorse nella costruzione di alcune chiese nuove, come quelle a Santa Lucia e Le Case. Nel 2017, potevamo e dovevamo avviare la riqualificazione della cattedrale. In questo senso devo ringraziare don Francesco Gaddini, direttore dell’Ufficio Beni Culturali per l’impegno profuso”.

E poi cos’altro?
“L’emergenza pandemica da Covid-19, per esempio, che impose lo stop a tutte le Messe e le funzioni religiose con il concorso dei fedeli. Ci ha costretto a ripensare il modo con cui comunicare. Lo facevamo in streaming. Fu un periodo difficilissimo, terminato il quale, sono emerse alcune fragilità dei comportamenti religiosi, come l’inadeguatezza di certe forme liturgiche. Se la celebrazione in streaming doveva cessare perché il rito stava diventando spettacolo, mi domando oggi se anche prima, con le liturgie in presenza, per molti non si sia trattato comunque i uno spettacolo…”.

Eccellenza, dove andrà ad abitare, dove celebrerà Messa?
“Andrò ad abitare a Pisa, non lontano dal Duomo, accettando l’invito dall’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto. Ho deciso di adeguarmi ai bisogni ecclesiali dell’arcidiocesi, come un prete comune. D’altronde si è Vescovi fino a 75 anni ma preti fino al ritorno alla Casa del Padre. Intendo dire messa e confessare o fare incontri sulla parola di Dio in ogni parrocchia, ovunque mi sarà richiesto”.          Luca Silvestrini