Per Carlo Lorenzini, Pinocchio doveva morire. Lo scrive Il Fatto Quotidiano

FQ, il Magazine de Il fatto Quotidiano ha ospitato nell’edizione di mercoledì 27 settembre un’intervista a Maria Letizia Sebastiani, già direttrice della Biblioteca Marciana di Venezia e di quella Nazionale Centrale di Firenze, conoscitrice e studiosa di Pinocchio.

La storica ha affermato che il finale di uno dei primi manoscritti del romanzo prevedeva un finale diverso, cioè alla fine il burattino di legno sarebbe morto impiccato.

L’epilogo non piacque alla platea dei primissimi lettori e l’editore convinse Lorenzini a rimettere le mani nel testo fino a giungere al finale “positivo” che tutti conosciamo.

Chi volesse ammirare il manoscritto originale di Pinocchio si troverebbe davanti una spiacevole sorpresa, poiché dei 23 capitoli del romanzo, oggi ne restano solo gli ultimi due, conservati alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. “Al momento della morte del Lorenzini, il fratello più grande, Paolo, distrusse tutto ciò che riguardava il romanzo. Lo considerava una “bambinata”. Ciò che si è salvato ed è presente oggi alla Nazionale fiorentina lo dobbiamo al fratello più piccolo, Ippolito“.