Appena una settimana fa il candidato a Sindaco del centrodestra Antonio Grassotti ha dichiarato di essere stato raggiunto da un decreto penale di condanna, ovvero al pagamento di una contravvenzione, una sanzione dunque, di circa 6mila euro, per aver contravvenuto a due articoli della Legge che regola la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro. LEGGI ►►► QUI
Per Gregorio Stiavelli di Lega Salvini, “il coraggio e la trasparenza dimostrata da Grassotti confermano che è lui l’uomo giusto per guidare Pescia“. “Poteva non fare alcuna dichiarazione oppure attendere la conclusione della tornata elettorale, invece ha preferito la massima trasparenza e l’informazione corretta alla cittadinanza”.
“Nel suo ruolo si è esposto al rischio della condanna per garantire a 600 aziende, per lo più a carattere familiare, di poter continuare a lavorare”.
Intanto sui social è spuntato il corvo. Un partecipante anonimo, su un seguitissimo gruppo Facebook, irride Grassotti “per la sua dichiarazione d’amore per la città, amore forte al punto che, pur di servirla (o servirsene) non esitò dopo essersi candidato a sindaco con la Democrazia Cristiana –negli anni ’90 ndr-, e fatto l’accordo con l’MSI, ad entrare nella giunta del Pci, del sindaco Renzo Giuntoli“.
Grassotti, dal canto suo, non ha raccolto la “sterile polemica” ed a il Cittadino ha detto: “Erano anni in cui fu registrata la fine della Democrazia Cristiana con la conseguente diaspora degli elettori verso destra o sinistra. In molti, compreso me, dovettero decidere da che parte andare. I partiti di centrodestra che sostengono ora la mia candidatura conoscono il mio percorso politico, l’attaccamento verso la città e la dedizione amministrativa messa a disposizione della comunità“.