No di Grassotti e Brizzi ai Cpr.
►►► I Cpr sono strutture di detenzione amministrativa ove vengono reclusi i cittadini non comunitari sprovvisti di un regolare documento di soggiorno oppure già destinatari di un provvedimento di espulsione.
Cosa ha detto Brizzi. “Sono stati istituiti per legge nel 2017 prevedendone la collocazione di almeno uno per Regione. Personalmente sono da sempre contrario ai CPR. Sull’ex-carcere di Veneri (mai entrato in attività) e su altri edifici in Toscana, il Ministero dell’Interno ha rivolto le proprie attenzioni.
Se sarò eletto Sindaco sarò decisamente contrario alla realizzazione di un CPR nel nostro ex-carcere”.
Cosa ha detto Grassotti.
Una bufala. Il Pd mente sapendo di mentire, tirando in ballo la presidente Giorgia Meloni sulla presunta individuazione di un Cpr da attivare nel vecchio sito delle carceri di Veneri. Dopo aver letto i vari articoli stampa della sinistra, infatti, abbiamo chiesto informazioni al sottosegretario di Fratelli d’Italia, Patrizio La Pietra che subito, il giorno dopo la nostra richiesta, ci ha risposto. Il rappresentante del governo ci ha ricordato che il primo sopralluogo a Veneri da parte delle autorità competenti c’è stato a inizio del mese di settembre 2022. Questo vuol dire che l’individuazione dei due siti, Veneri e Pisa, è avvenuta non con il governo Meloni, ma quando al governo c’erano il Pd e Mario Draghi.
Ad oggi, il sottosegretario ci ha confermato che sulla scrivania del governo non vi è alcun documento che dia indicazioni specifiche e confermi la scelta di usare la carceri di Veneri o l’altra struttura di Pisa per allocarci un Cpr e che comunque l’individuazione dei siti è di competenza dei prefetti in concerto con i sindaci e le autorità regionali.
Cosa ha detto Mandara.
Esprimo la mia netta contrarietà. Innanzitutto, perché la frazione di Veneri non merita questo ennesimo regalo da parte della politica, con tutte le problematiche da decenni irrisolte. Questa frazione rimane ancora quello che un vecchio parroco in una lettera indirizzata circa vent’anni fa all’amministrazione comunale definì “paese di frontiera”, ai margini di qualsiasi concreta ipotesi di rilancio. Inoltre, questa collocazione si scontra con la promessa riqualificazione della struttura delle carceri, oggi ben lontana dall’essere attuata, visto che vi sono stati trasferiti i magazzini comunali e si ipotizza, appunto, la creazione un centro di permanenza temporaneo, similare a una struttura detentiva. Non possiamo accettare soluzioni che penalizzino ancora una volta il nostro territorio.
Cosa ha detto Lazzerini.
Il bel regalo del governo Meloni e della destra ai pesciatini è arrivato usando, come al solito, la pelle dei più deboli. Dopo 40 anni di oblìo si sono ricordati di un luogo ormai fatiscente che doveva essere un carcere e mai è stato funzionante e, pensando di risparmiare, hanno deciso che il C.P.R. previsto in Toscana (di cui il Sindaco PD di Firenze, Nardella, ha sostenuto la necessità si, ma non a casa sua) si faccia a Pescia. “Ma è una cosa vergognosa” sostiene la candidata Sabrina Lazzerini Sindaco di Pescia “non sono possibili mediazioni, quel centro non si ha da fare né qui, né altrove e gli altri, peraltro inutili anche per lo scopo per cui vengono proposti, debbono essere chiusi. Colpisce anche l’atteggiamento del Giurlani, tra il pilatesco e il furbesco (pensa ai soldi che deriveranno all’Amministrazione Comunale?) che dichiara che nulla può fare il Comune. Falso! Il Comune di Pescia può e deve costruire opposizione formale, istituzionale e sociale con mille azioni diverse e insieme a tanti soggetti sociali, culturali, religiosi e politici a una scelta crudele come quella di incarcerare senza alcun processo (perché i C.P.R. sono galere non alberghi) gente fuggita da guerre, epidemie, fame e morte. E’ ridotta così male la capacità di governo di Giurlani? Che si destinino i fondi che il Governo Meloni ha destinato al loro potenziamento, 42,5 milioni di euro, a garantire accoglienza dignitosa e ad uscire da quella che chiamano emergenza ma in realtà è un immenso business. Un business in cui fra centro-sinistra e destra non si scorgono differenze sostanziali. Noi di Pescia a Sinistra e di Pescia in Movimento, pensiamo che una città come Pescia meriti una svolta reale nel governo locale, una svolta che indichi anche la via dell’accoglienza e dell’integrazione sociale come metodo di governo per una città, come per l’intera Italia, più giusta