Sabato 12 novembre alle 18 al Refettorio della Fondazione Conservatorio Femminile di San Michele si apre il sipario su Il Mistero della Torre, prima fatica editoriale di Domenico Maselli, già Sostituto Commissario del Commissariato di Pescia.
Alcune figure indicate nel libro hanno le sembianze di personaggi pesciatini che nel corso degli anni hanno incrociato con Masselli i propri percorsi professionali.
DUE CHIACCHIERE CON L’AUTORE
Quali sono i motivi che ti hanno spinto a scrivere questo romanzo?
Tutto nasce alla fine del 2020, durante la seconda ondata di quel maledetto Covid-19 che ci ha relegato tra le nostre mura domestiche, lontano dalla socialità a cui eravamo sino a pochi mesi prima abituati. In quei periodi di lockdown, spesso mi trovavo solo con me stesso e la mia mente vagava nei ricordi dei tempi passati.
Sentivo il bisogno che quei ricordi rimanessero vivi nel tempo. Con l’era moderna e la tecnologia che avanza ogni giorno, è sempre più difficile stare al passo coi tempi. I mass media e i social ormai ci condizionano in tutto, motivo questo che mi ha portato a riflettere e pensare che solo quel che si scrive non viene cancellato, appartiene solo a te, nessuno lo può modificare. Sei tu che lo metti a disposizione del lettore che, con la propria fantasia, lo fa suo, portando ognuno a riscoprire vecchie sensazioni ormai perse con l’era moderna.
La scrittura mi ha spronato alla rinascita, mi ha aiutato a superare quel periodo incerto e buio, dandomi la speranza di una ripresa sotto tutti i punti di vista, primo fra tutti quello che ognuno possa ritrovare sé stesso.
La storia che narri è stato realmente da te vissuta? E’ fantasia o realtà?
Qualcosa di vero c’è. Diciamo che lo spunto appartiene a un qualcosa che ho vissuto nel periodo in cui facevo servizio a Pisa, una città che mi ha lasciato il segno. Pescia mi ha adottato, non per questo è ed è stata meno importante nella mia lunga carriera professionale, ma non è Pisa nonostante abbia le sue bellezze che andrebbero, presumo, maggiormente valorizzate.
Così come la scrittura mi ha spronato alla rinascita, così spero che qualcuno, anzi vorrei precisare tutti noi pesciatini, anch’io mi sento pesciatino di adozione, si riesca a spronare questa città, a portarla a rifiorire nella sua bellezza in quanto non ha nulla di meno rispetto ad altre città della nostra bella Italia.
Pare che nel libro si faccia riferimento ad alcuni personaggi pesciatini. E’ così?
Ho rincontrato in questo racconto vecchi amici che nella mia vita, anche professionale, mi sono stati vicino in alcuni periodi e con i quali ho condiviso molti momenti importanti. Qualcuno purtroppo non è più tra noi, motivo per il quale spero che attraverso questo romanzo continui a starmi vicino, dando la possibilità anche al lettore di individuarlo e di ricordarlo.
Ti ho chiesto una foto per poterla pubblicare e mi hai inviato anche una foto in compagnia di un cane. E’ un cane poliziotto? Ha un significato particolare, sarà il protagonista del tuo prossimo romanzo o è stato un caso?
Macché cane poliziotto! E’ il cane di mia figlia Annalaura. I cani poliziotto sono essenziali nelle attività di indagini e grazie a loro si giunge a volte a risultati positivi.
Questa tua risposta mi incuriosisce…
Non invertiamo i ruoli, non fare l’investigatore! Non posso svelare nulla. Ogni tanto anche il lettore deve porsi delle domande. Ricorda che…nulla è mai affidato al caso.