La Franchina. Curiosità e artefici di uno scherzo indimenticabile | intervista a Giacomo Doveri

INTANTO…COSE’ LA FRANCHINA?

La “Franchina” è una golirdata, un po’ alla Amici miei, che tra il 1990 ed il 1993, ma si dice anche a fine anni ’50 ed intorno al ’70, ha deliziato tante serate estive pesciatine. Vittime dello scherzo erano qualche bischero per lo più montecatinese, i cosiddetti “scaccia”. Quei balocchi insomma, che le donne le vedevano nude solo in qualche giornaletto e che, quanto al sesso…dovevano darsi da fare sé (!). Essi venivano attratti dalle false e facili prestazioni sessuali di Franca, una giovane pesciatina con un unico neo, suo fratello matto che la perseguitava deciso a difenderne l’onore…

Giacomo Doveri, tra gli autori di quello scherzo, si è prestato a ripercorre quelle straordinarie serate esive nelle quali centinaia di giovani pesciatini si radunavano nel parco di Valchiusa, teatro dello scherzo.

Confidiamo di non aver rotto le uova nel paniere di qualche giovanissimo buontempone pesciatino in procinto di riorganizzare lo scherzo, ma tant’è, il desiderio di ripercorrere quei momenti era troppo affascinante…e poi, anziché Franchina, si può sempre chiamarla in altro modo, Sandrina, Franceschina, Michelina… . Dai ragazzi dateci sotto!

DA LEGGERE CON TUTTA TRANQUILLITA’, SEDUTI SUL DIVANO…

Intervista a Giacomo Doveri

Com’è nata l’idea della Franchina?
Ero un bastraone di 15/16 anni e per la prima volta assistetti da spettatore allo scherzo della Franchina. Ero come tanti altri nascosto tra i cespugli o dietro gli alberi e, come è sempre accaduto, quando il fratello matto uscì dal cespuglio impugnando il batacchio e deciso a farla pagare alla vittima di turno, tutti i pesciatini uscirono dai loro posti e si misero a correre dietro al malcapitato.

Tu invece, come reagisti?
Rimasi immobile, quasi impietrito, al mio posto, e cominciai a ridere, ma a ridere così tanto che quasi rimasi senza fiato. Avevo ancora ben impressa davanti a me con la scena del bischero terrorizzato, impaurito e nudo sotto il lampione davanti all’auto dov’era la Franca e che a malapena riuscì a gridare aiuto o a correre al sicuro inseguito dal fratello matto. Davvero non riuscivo a smettere di ridere e quando finalmente ripresi a parlare dissì ad un amico lì vicino: <Questo scherzo è da rifare e sarò io a organizzarlo…>.

E da allora…
Da quel giorno ho organizzato oltre 200 franchine. Gli “imbecilli” –li chiamavamo così e come sennò?- erano per lo più montecatinesi decisi a “farsi” gratis una pesciatina dai facili costumi. Il fatto che i polli fossero termali dava per giunta, ai noi pesciatini, un senso di rivalsa nei confronti della loro tipica spocchiosità soprattutto in fatto di donne.

Quante franchine ricordi e quale sono state le più divertenti?
Ne ricordo tantissime ed ancor’oggi, quando ne parlo con amici me ne tornano in mente altre. Senz’altro le più divertenti sono quelle del tipo che si rifugiò nudo all’ex bar Mandarino, quella dell’”imbecille” che salì su un albero in attesa della polizia, quella del vergine o quella del pollo che ci è cascato quattro volte…

Dai, dai comincia a raccontare…
Una volta il trullo completamente nudo rincorso da Tarzan anziché prendere via Sismondi verso i giardini dove avrebbe potuto trovare facile riparo e magari tornarsene alla sua auto corse verso una delle case lì a Valchiusa. Scavalcò la recinzione; una volta nel giardino della villa fu rincorso da due cani alti come cavalli che ringhiavano contro di lui. Per fortuna non si fece prendere dalla paura e sempre di corsa e con due o tre tentativi si arrampicò ad un albero tenendo a debita distanza i due cani. Noi provammo a suonare il campanello della villa ma i proprietari credevano si trattasse di un tentativo di rapina e non aprirono. Così questo rimase per quasi un quarto d’ora attaccato ad un ramo in attesa della Polizia.

E poi…
Un’altra bellina fu quella volta che il trullo invece di scappare si inginocchiò completamente nudo davanti al fratello matto e lo implorò di non ucciderlo. Il fratello matto, che mica poteva picchiarlo, gli disse <Allora la sposi!>, e l’imbecille terrorizzato <Sì, te la sposo domenica, domenica la sposo, te lo giuro…!>. E ancora il fratello matto disse <Ma la sposi a San Michele, vabbene?>, <Si, si, la sposo dove vuoi te anche in Duomo…>, rispose l’altro.

Da non credere…
E non è finita qui. C’è anche la volta del termale “spaccafie” -ma si possan dire queste parole sul giornale?- che mentre con Lapo Riva salivamo verso Valchiusa mi diceva <No sai, io vengo dalla Franca non perché mi manchino le fie…ne cambio una e anche due a settimana. Anzi, Giacomo, se sei fidanzato dimmi chi è, almeno evito di abbaccagliartela>. Io già mi pregustavo l’attimo in cui sarebbe stato rincorso nudo dal fratello matto e che risate dopo quando tornò ai giardini con vestiti nuovi. Ci disse che se li era fatti prestare da un amico perchè voleva tornare dalla Franca. Non aveva capito nulla!!!

Si dice anche che un pesciatino ci sia cascato ben quattro volte, ma è vero?
Si, l’innominabile: la prima volta ci cascò e non se ne accorse. La seconda tornò dalla Franca ma quella volta purtroppo se ne accorse. La terza volta fu vittima sfortunata in quanto il fratello matto, anziché accanirsi contro l’imbecille di turno, che era un termale, vide l’innominabile e pensò fosse ancora lui quello da bastonare… . La quarta volta ci ricascò stavolta non a Valchiusa ma in un’aia di un contadino alla Chiesina Nuova.

Chi era con te nella macchina organizzativa?
Su tutti, Lapo Riva, ma anche Geri, il Giuntini, il Pitzalis, Nicola Malaspina, naturalmente Tarzan, il Biancone, Marione, Polla e le franchine, la panaia, la profumaia e Alessandra Cioci e tanti altri che ringrazio.

L’intervista fu rilasciata da Giacomo nel giugno 2009 ma, i tempi passato ed anche le nuove generazioni di pesciatini devono sapere… . Abbiamo così pensato che fosse giusto riproporla…