Stavolta, a farsi sentire, sono i ragazzi, gli studenti del Lorenzini, delusi per com’è stata gestita l’emergenza. Da leggere con attenzione.
“Rimangono i disagi e i problemi agli studenti del Liceo Lorenzini di Pescia. Sono disponibili soltanto 21 aule per le 42 classi della scuola e ciò comporta la provvisoria (almeno questa è la speranza) organizzazione in due turni, il primo dalle 8.00 alle 11.00 e il secondo dalle 11.15 alle 14.15.
Una situazione molto precaria e che deve concludersi entro non più di un mese poichè con l’orario di tre ore il rischio è che l’anno non sia valido e dunque entro il 15 ottobre tutti gli alunni devono avere un’aula.
Purtroppo però a spaventare enormemente sono la mancanza di certezze e le continue promesse che rendono la speranza di un ritorno al 100% in classe tra meno di un mese una vana utopia. I lavori di ristrutturazione che dovevano iniziare già dopo che la sede centrale del Liceo fu dichiarata inagibile, ormai il lontano 11 giugno, non sono ancora iniziati e tutto appare avvolto da una nube di incertezza.
Ciò che desta ancora più preoccupazione è l’ipotesi, se non fossero conclusi i lavori di ristrutturazione del piano terra e del primo piano della sede e dell’ex tribunale entro la metà di ottobre, dei doppi turni mattina/ pomeriggio. Cosa infattibile, a cui gli studenti si oppongono fermamente perché toglierebbe ai ragazzi la possibilità di svolgere qualsiasi attività pomeridiana (sport, musica, teatro…). Non solo per gli alunni ma rappresenterebbe un grave danno anche per i progetti che si svolgono di pomeriggio nella nostra scuola e che senz’altro da sempre la caratterizzano.
Enormi difficoltà provengono anche dalla rete dei trasporti pubblici in quanto mancano gli autobus per le 11.00 e per le ore 14.15. L’appello, dunque, che i rappresentanti degli studenti del Liceo rivolgono alle istituzioni è di trasformare le promesse in fatti concreti perché non si può più vivere nell’incertezza di cosa sarà domani. La situazione non è diventata irreversibile da un momento all’altro ma sono trent’anni che la sede palesa problemi strutturali e per trent’anni non è stato fatto niente. Inoltre, diciamo NO ai doppi turni mattina pomeriggio perché in tale modo la vita sociale di ciascuno di noi verrebbe letteralmente calpestata. Basta promesse, vogliamo fatti concreti!”