Lorenzini, delusione e amarezza. Si fa spazio l’ipotesi degli ex uffici finanziari

Quella degli ex uffici finanziari di via Galeotti, sembra la soluzione preferita da moltissimi studenti, e loro genitori, del Lorenzini.

La notizia della chiusura del Lorenzini per inagibilità ha scosso un’intera comunità scolastica e nella ridda di ipotesi emerse in queste ore, quella più semplice, …è sempre così…, è anche quella preferita dalle persone di buon senso.

No -dunque-, a progetti faraonici che allungherebbero e basta la permanenza degli studenti nei container”, che saranno installati in piazza Anzilotti, nei pressi del supermercato Lidl, sul lungofiume Pescia con inevitabili ripercussioni sul numero degli iscritti al prestigioso Liceo. A meno che questi progetti non vadano di pari passo ad altre soluzioni pret-a-porter.

L’immobile in via Galeotti (nella foto di copertina) ha ospitato per molto tempo l’Agenzia delle Entrate. La proprietà è di una società real estate di un importante gruppo bancario che avrebbe proposto la ristrutturazione, circa due milioni di euro, in cambio di un affitto annuo di almeno 200mila euro. L’immobile potrebbe essere pronto già a gennaio 2023. Ma il tempo stringe.

Sembrano perdere favori, sebbene per motivi diversi, le altre soluzioni di cui si era parlato nei giorni scorsi. L’immobile in via Sismondi, l’attuale sede per intenderci, potrebbe finire nelle mani della Fondazione fiorentina Le Mantellate, la più alta in grado tra quelle create da Pietro Leopoldo di Lorena sul finire del 1700 che trasformò i monasteri in conservatori. Che potrebbe destinarla ad altri usi, non scolastici, piuttosto residenziali o commerciali. Trattandosi di un ente privato, è difficile, se non impossibile per legge, pensare che la provincia decida di accollarsi le spese di ristrutturazione.

In panchina anche l’idea di ristrutturare l’edificio, tra piazza XX Settembre e piazza del Grano, che nel tempo ha ospitato, l’istituto tecnico commerciale, poi trasferito in zona stazione ferroviaria, e gli uffici Asl. In quel caso si punterebbe tutto su un contributo di 3 milioni di euro del Pnrr, i fondi europei, la cui concessione è tutta da vedere.