Sarà il regalo di Babbo Natale in ritardo o quello della Befana in anticipo. Comunque, si tratta di una bellissima notizia.
Il Tribunale di Pistoia ha accolto il ricorso della mamma di Giovanni, lo splendido bambino a cui due anni fa è stato diagnostico il diabete di tipo 1.
Per due anni di fila, le era stato negato l’indennità di accompagnamento. Secondo commissione medica incaricata dall’Ausl aveva diritto alla sola cosiddetta indennità di frequenza, poche decine di euro al mese.
La donna è impiegata, ha scelto un contratto part-time per stare vicino al figlio. Ma così ha rinunciato ad una parte di stipendio. Oggi riscuote 700 euro al mese, anziché 1.450.
Tramite il Cittadino la mamma aveva fatto sentire la propria voce. “La vita cambia, riuscire a riorganizzarsi non è semplice e la gestione della malattia di mia figlio occupa spazio, tempo, e soprattutto energie”, disse delusa dalle distorsioni burocratiche e cecità delle istituzioni.
Poi, nel luglio 2021 ha deciso di fare ricorso in Tribunale per quell’ingiustizia. Furono i genitori di altri bambini come Giovanni, iscritti nell’associazione Giovani Diabetici di Lucca, a convincerla. Pochi giorni fa la sentenza, “I familiari di Giovanni hanno diritto alla’indennità di accompagnamento“. Cinquecento euro al mese che consentiranno ai genitori di poter rimanere qualche ora in più accanto al piccolo.
“Mio figlio ha bisogno di iniezioni di insulina, anche quattro volte al giorno. Indossa un sensore glucometro che monitora il quadro glicemico e ci avverte in caso di sbalzi significativi”.
Il piccolo fa sport e interagisce alla perfezione con i bambini della sua età. “Facciamo di tutto per rendergli la vita normale, ma non è sempre semplice. Non può abbuffarsi di gelato o biscotti o più semplicemente mangiare una mela quando vuole. Devo concordare con lui ogni pasto. Ne va della sua stessa vita…”.
Per una volta c’è di che sorridere…