Cinghiali, per Cia “situazione insostenibile”. Colture a rischio

Situazione insostenibile per gli agricoltori per la sempre crescente pressione degli ungulati. “Stiamo incontrando i consiglieri regionali del nostro territorio. La situazione insostenibile, noi agricoltori siamo davvero stanchi per i danni alle colture”, lo ha detto Sandro Orlandini, presidente Cia Toscana Centro.

Un documento pieno di proposte quello presentato dalla Cia Toscana Centro ai rappresentanti della politica regionale. Viene chiesta l’abolizione del cosiddetto “buffer” di 400 metri di distanza dall’area vocata “in esclusiva” ai selettori iscritti alle squadre al cinghiale: attualmente infatti non possono andare nella zona a maggiore criticità (quella fra il vocato e il non vocato) i selettori iscritti all’ATC e i proprietari di terreni, diminuendo di molto la possibilità (e la volontà) di eliminare i cinghiali.

“Inoltre – aggiunge Orlandini – con il regolamento regionale (decreto presidente Giani dopo passaggio in Consiglio) proponiamo aree di prelievi del cinghiale in area vocata “a girare” no zona fissa alle squadre; quindi dare porzioni di area vocata alle squadre in proporzione agli iscritti, per non permettere come avviene oggi che 30 persone possano gestire 6mila ettari.

Quindi ampliare i tempi e le quantità di prelievo dei cervi (anche nel comprensorio Acater – cervo appeninico) da fare nel piano faunistico venatorio regionale. Ma anche la ridefinizione delle aree vocate agli ungulati: cinghiale solo bosco e aree incolte; daino e muflone tutti in aree non vocate; capriolo e cervo in bosco, aree incolte e seminativi e colture erbacee permanenti”.