Nicola, socio del Lion Club Pescia: che cosa significa essere un socio Lions in questo momento storico così difficile? Ti senti uno spettatore o un protagonista attivo e positivo dell’attualità?
No, non mi sento assolutamente uno spettatore. Ogni Lions porta avanti il mettersi al servizio e la condivisione, non solo con contributi economici ma anche ponendosi al fianco delle Istituzioni civili e religiose attraverso i vari services, per porre rimedio a situazioni problematiche, assistendo i giovani nel loro sviluppo ed aiutando i portatori di handicap e gli anziani depositari della nostra storia, una categoria fra le più colpite sia per l’aspetto sanitario che per la solitudine forzata con cui gli stessi hanno dovuto in questi mesi di emergenza misurarsi. Ogni Lions, in base alle singole professionalità e capacità personali, sta dando da vicino ed in ogni settore il proprio contributo per l’individuo e per la comunità.
Tu sei un uomo “dal multiforme ingegno”, come Ulisse: qual è il Tuo programma culturale per il nostro territorio, emergenza sanitaria permettendo?
In questo momento è davvero difficile capire quanto si potrà riprendere del passato. Dobbiamo ripensare il nostro modo di svolgere “eventi”. Sicuramente la tecnologia ci permetterà di riavvicinare in sicurezza le persone Sui social e sulle dirette internet già si assiste a tanti modi di fare comunicazione. In questo ambito dovrà innestarsi la nostra capacità di essere originali ed attraenti per il pubblico. Dovremo comunque reperire anche nuovi ambienti idonei a farci condividere di persona gli avvenimenti, seppur in modo diverso e particolare.
Un tuo desiderio…
Il primo in questo momento difficile è la salute ed il lavoro. Vorrei che ogni nostro sforzo, sia individuale, sia come membri della comunità che come appartenenti ad un’Associazione “globale” come i Lions, fosse finalizzato a garantire a ciascuno di noi una seconda opportunità per poter ripartire e rigenerarsi in modo diverso, anche facendo tesoro delle esperienze non necessariamente tutte negative che questo periodo di emergenza ci ha costretti a vivere.
NDR: L’anzianità è una vocazione. Non è ancora il momento di “tirare i remi in barca” (Papa Francesco). Grazie Nicola!