Nel 1982, anno in cui l’Italia batté la Germania ai Mondiali su goal di Rossi, Tardelli e Altobelli, un gruppo di trentenni pesciatini si ritrovò sul campetto del Country Club, a Gragnano, e diede il via a un’abitudine che, dopo 37 anni, non si è ancora esaurita, né per entusiasmo né per costanza e partecipazione. Le due partite settimanali del “Calcetto dei Campioni”, giocate da molti anni presso i campi del club “La Pineta” di Uzzano, sono appuntamenti irrinunciabili e radunano sul terreno di gioco, a turno, una trentina di giocatori di età compresa tra i trenta e i settantacinque anni di età: ragazzacci agguerriti e in forma (bisogna esserlo, per correre un’ora su un campo sintetico con qualunque temperatura e clima, inverno o estate che sia) che negli anni hanno coinvolto figli, amici, colleghi di lavoro, e si sfidano sei contro sei con la regia di Fabio Del Ministro detto “Minestra”. È lui che prima di ogni incontro amministra il gruppo Whatsapp delle convocazioni e fissa il campo, ed è lui a organizzare le cene durante le quali vengono assegnati premi e riconoscimenti alla fine della stagione calcistica. Ma a raccontare gli aneddoti più divertenti di questi 37 anni di passione è Alessandro Del Tozzotto detto “Toso”, che insieme a Maurizio Del Ministro detto “Cignino”, Gianfranco Raffaelli detto “Condor” e a Fabio Fattorini – uno dei pochi a non avere un soprannome: bisognerà trovargliene uno – è il fondatore del Calcetto dei Campioni. È lui a parlare dei goal più belli, dei litigi più epici e dell’origine di modi di dire e battute che ancora oggi, dopo molti anni, circolano nello spogliatoio. Anche molti soprannomi sono nati proprio lì, sul campo o nello spogliatoio. Di alcuni ci si ricorda (“Condor” era un calciatore di serie A che negli Anni ’80 faceva molti goal di rapina), altri ormai hanno talmente aderito ai nomi di battesimo che li hanno di fatto sostituti, e quelli di battesimo, nel gruppo, nessuno li usa più. Toso, Minestra, Bandolla, Rieppe, Pistola, Cagna, Milan Channel, Cecio, il Moro, Hagi, il Pompiere: a Pescia non c’è bisogno di presentazioni, tutti li conoscono e li chiamano così da sempre.
Qualche sera fa, i Campioni si sono ritrovati all’Agriturismo Monte a Pescia e sono state attribuite le coppe che premiano la carriera o i risultati dell’anno quasi concluso. Come accade in tutte le serate del genere, ci si muove tra allegria e malinconia: quest’anno anche per un amico che non c’è più, Maurizio Zei detto “Mau”, a cui si sono levati i calici per un brindisi. Il Pallone d’Oro 2019 è andato, meritatamente, a Fabio Fattorini, che non lo vince per la prima volta: abile dribblatore, generoso assist man, ma anche finalizzatore di grande esperienza. Miglior portiere, per il secondo anno consecutivo in un testa a testa serrato con Luca “Pistola” Ercolini, Roberto Incerpi detto “Rieppe”; coppa per il miglior goal della stagione a Minestra, che l’ha strappata a Gero Rinaldi con un tiro da metà campo che resterà negli annali del Calcetto dei Campioni. E, per concludere, la coppa del “Campionissimo 2019”, andata a Federico Moroni detto il Moro autore di 156 goal da marzo a oggi (ebbene sì, li contano, è proprio così: il Condor vanta, dice lui, oltre 4500 goal all’attivo).
Una bella serata, quella di ieri. Le liti, gli scozzi sul campo per un fallo o un passaggio mancato durano il tempo di una partita: dopo la doccia si torna tutti amici, con la voglia di vedersi poche sere dopo e condividere una vittoria o una sconfitta, o magari l’agognata rivincita. Alle cene, magari seguite da un po’ di musica messa su da Gianco Iammella su una pista da ballo improvvisata, non c’è posto per il risentimento, che è già entrato nel novero dei ricordi. È la magia del calcio, e non fa differenza che si giochi al Bernabeu o in una cittadina di provincia tra amici di infanzia.