I tre acquerelli nelle foto allegate raffigurano le macerie del palazzo comunale, della casa di fronte e la passerella di legnocostruita sulle rovine del ponte di San Francesco.
I quadri furono dipinti da Enrico Corazzi, pittore macchiaiolo nato nel 1887 e sfollato a Pescia da Livorno. Eseguì le opere tra il 10 e il 13 settembre 1944, vale a dire pochi giorni dopo la Liberazione della nostra città avvenuta l’8 settembre e di cui ricorrono adesso i 75 anni. I tre acquerelli, delle dimensioni di 60 x 40 cm, furono acquistati successivamente dall’Amministrazione Comunale per 3000 lire ed attualmente si trovano nelle stanze del Palazzo del Vicario.
LE TESTIMONIANZE DELL’EPOCA…
I testimoni dell’epoca ricordano che i soldati tedeschi abbandonarono Pescia nella serata del 7 settembre 1944 a seguito dei ripetuti cannoneggiamenti eseguiti dagli alleati nei due giorni precedenti e che avevano determinato importanti danni alle abitazioni, specie in zona San Giuseppe, il ferimento di civili e l’uccisione di una bambina di 9 mesi. I tedeschi si diressero verso la nostra montagna per risalire oltre la Linea Gotica; il giorno successivo, l’8 settembre, intorno alle 9 del mattino, giunsero in città i soldati americani sui carri armati provenienti dal viale Garibaldi ed accompagnati dal suono festoso delle campane.
I tedeschi, che avevano occupato Pescia nel settembre del 1943, lasciarono dietro di se’ l’orrore delle atrocità commesse nei giorni e nelle settimane immediatamente precedenti: le impiccagioni sul viale Garibaldi e sul viale Forti, le stragi a Collodi e in Valleriana (l’eccidio di San Quirico, l’uccisione delle due donne di San Lorenzo, le fucilazioni a Vellano e a Ponte di Sorana), le violenze sulla popolazione inerme, i palazzi e i ponti cittadini distrutti dalle mine (i ponti a nord furono minati durante la ritirata nei giorni successivi).
Ma la guerra continuò anche dopo l’8 settembre perché Pescia fu oggetto di cannoneggiamenti tedeschi anche il 12 e il 13 di quel mese; vi furono infatti diverse vittime tra gli avventori del Bar Pult in piazza e tra gli abitanti di via di Celle; inoltre in Alta Valleriana i tedeschi in ritirata continuarono a combattere e a uccidere; nei borghi della nostra montagna vi furono poi, nei mesi successivi, numerosi casi di esplosioni di ordigni bellici ancora intatti e dimenticati dall’esercito tedesco.
Con la Liberazione la città fu affidata ad una giunta comunale guidata da Mario Giaccai, nominato sindaco dal governo alleato su indicazione del Comitato di Liberazione Nazionale. Poi il 4 ottobre subentrò il nuovo sindaco, Ferruccio Tongiorgi. Le varie amministrazioni che si succedettero riuscirono nel difficile compito di far risorgere Pescia anche grazie alla collaborazione dei cittadini; questi, in maniera esemplare e ognuno in relazione alle proprie possibilità, sì rimboccarono le maniche e si misero al lavoro mostrando dignità, unità di intenti e grande senso di solidarietà.
Alessandro Birindelli