Roberto Landi, un pesciatino ad Abu Dhabi. La sua storia nel paese degli Emirati Arabi parte dopo aver lavorato per quattro anni all’ isola d’Elba come diving e oggi, nel campo della nautica, come capo manutentore degli yacht più grandi del mondo.
Come sei arrivato fino ad Abu Dhabi? Non propriamente dietro l’angolo.
Ci sono arrivato quasi per caso. Dopo la crisi del 2009/2010, la perdita del lavoro, la nascita di nostra figlia, rimanere in Italia non era il massimo e insieme a mia moglie abbiamo deciso di reinventarci qualcosa.
Un amico mi chiese se volevo seguirlo ad Abu Dhabi e oggi sono qua e mi occupo di lavori nautici, di manutenzione in generale. Qui, il mondo della nautica è “abbastanza sviluppato”; vediamo cose abbastanza inconsuete per noi comuni mortali.
Dalla campagna alla metà città.
Se mi avessero detto che un giorno avrei vissuto negli Emirati, come minimo gli avrei dato del matto.
Come si vive negli Emirati?
Abu Dhabi, seppur sia la capitale, è più tradizionalista, è considerata di serie B rispetto a Dubai dove circa il 98% è composta da persone che puoi trovare in Europa.
Si vive in una bolla. Ti devi adattare al clima e alle caratteristiche del posto. Non devi essere per forza Musulmano come in molti pensano o andare in giro con il cammello; devi essere rispettoso, comportarti bene perché altrimenti rischi di essere punito.
Molti pensano che venire a lavorare negli Emirati voglia dire fare soldi, diventare ricco e fare la vita da Sceicco, assolutamente no. Una persona deve venire qua se ha delle capacità manageriali per guidare un gruppo nella maniera italiana, cioè buonsenso, intelligenza nel gestire il lavoro; il nostro modo di fare made in Italy piace moltissimo rispetto al modo freddo degli altri paesi.
Nostalgia dell’Italia?
Avevo, ho ancora, una malattia che aveva compromesso i miei reni e fortunatamente ho ricevuto un trapianto e ricominciato a vivere.
Per quanto possibile possibile cerco di tornare alla natura, qui c’è il deserto e lo frequento spesso.
Il mio futuro? Dopo tanti anni vissuti in una mega città, traffico, vorrei tornare a vivere in un posto tranquillo, possibilmente un’isola.