Chi non ha mai sospettato di essersi strappato o di avere una contrattura? È frequente visitare pazienti che si presentano già convinti della propria autodiagnosi, ma facciamo chiarezza sull’argomento.
Per definizione lo strappo è una lacerazione delle fibre muscolari, quindi una condizione in cui il muscolo perde continuità in una sua porzione per una rottura delle fibre che lo compongono. Tendenzialmente si verifica con dolore improvviso durante l’attività fisica e in genere colpisce gli arti superiori o inferiori. È infatti raro riscontrare uno strappo a livello del tronco. Perciò no, non esiste “lo strappo alla schiena”, se si sospetta qualcosa del genere meglio farsi visitare e inquadrare la situazione!
La contrattura, invece, è una condizione in cui le fibre muscolari non arrivano a rottura, però è presente una condizione di sofferenza muscolare che aumenta gradualmente al termine dell’attività fisica. Questo comporta maggiore rigidità e tensione del tessuto e, quindi, una maggior rischio di incorrere in un infortunio più grave se non gestito correttamente.
COME E’ MEGLIO COMPORTARSI?
È fondamentale gestire la situazione e per farlo al meglio è indispensabile riconoscere di fronte a cosa siamo: i due quadri devono essere gestiti con cognizione di causa per ottimizzare la guarigione, ridurre i tempi di recupero ed evitare recidive.
Una contrattura mal gestita può infatti portare ad uno strappo e comportare settimane di stop dall’attività fisica.
In una prima fase bisogna favorire la guarigione del tessuto e per farlo è importante evitare di sovraccaricare il muscolo. Successivamente invece dovremo renderlo di nuovo forte e pronto per l’attività fisica, mediante un programma di esercizi personalizzato sul singolo caso.
Vuoi un consiglio? Evita di sospettare delle diagnosi “fai da te” e rivolgiti a uno specialista, così da evitare di peggiorare la situazione e recuperare nel minor tempo possibile!
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