Le strutture di ricezione turistica di Pescia stanno lavorando a ritmi serrati. Stiamo parlandi di hotel, case vacanze, b&b e agrituirsmi. Già da giugno e luglio. Il trend si colloca mediamente sugli stessi livelli di un anno fa, anche se il boom non si registra ancora, complice il grande caldo che allontana i turisti dalle città.
Una dinamica all’interno della quale confluiscono fattori a tratti divergenti, è scritto in una nota di Confcommercio. Da un lato, il fenomeno dell’overbooking e dell’overpricing fiorentino, che spinge flussi inediti di turisti verso la periferia; dall’altro il clima che nelle ultime settimane ha reso roventi i centri urbani, determinando una selezione della meta turistica più improntata a luoghi che consentano di ripararsi dalla calura, come la montagna o le fasce costiere.
“Le cose stanno andando abbastanza bene. Le prenotazioni sono finalmente tornate ai livelli precedenti il periodo pre-pandemico”, è opinione diffusa. Molti sono i turisti in città, si vedono nei supermercati e nei ristoranti. Ma, restano poco, mediamente due/tre giorni. Sono prevalentemente famiglie o coppie dal nord e centro Europa, come Belgio, Olanda, Francia, Germania, ma stiamo assistendo anche al ritorno degli americani”.
I turisti però scappano da Pescia. Ci dormono e, quando va bene, rimangono a cena. “Non sanno cosa fare, non sanno dove raccogliere informazioni sul territorio, non hanno alcuna informazione al riguardo delle bellezze naturalistiche, culturali ed artistiche. Ad esempio in pochi sanno della Madonna del Baldacchino di Raffaello in Duomo o dei percorsi trekking della in Valleriana”, hanno detto al Il Cittadino i negozianti del centro. “L’amministrazione deve coltivare l’ambizione di far diventare la nostra città meta per soggiorni ricorrenti, sempre più lunghi e qualitativamente interessanti”.