Giurlani, il testo della sentenza. Dovrà pagare 724mila euro

“Il ricorso deve essere respinto”. “La contestazione è infondata”. “Il Collegio è di avviso contrario”. “Allarmante mala gestio“. “Condotte dannose”. “Nessun riscontro documentale”.

Così, la Corte dei Conti Toscana, ha bocciato in appello il ricorso dei legali di Oreste Giurlani, in merito alla condanna per l’appropriazione dell’astronomica cifra di oltre 700mila euro, che Giurlani dovrà restituire, di cui:

-€ 338.784,10 relativi a somme spese con denaro pubblico, totalmente non documentate;
-€ 241.621,87 per rimborsi richiesti ed ottenuti dei quali non vi è prova della necessità e della natura istituzionale (cappotti da donna, cellulari i-phone, materiale sportivo, ecc.);
-€ 143.960,83 per incarichi di collaborazione a titolo oneroso che Giurlani si è autoconferito.

La Corte ha confermato la sentenza del maggio 2020, a suo tempo impugnata. Lì era scritto, tra le altre cose:

Giurlani ha gestito il denaro dell’Uncem a proprio beneficio, compilando i prospetti cumulativi relativi a rimborsi per spese di viaggio e di missione non spettanti, acquistando beni personali, privi di finalità istituzionali, pagando le rate di finanziamenti personali e affidando a sé stesso incarichi retribuiti”.

Secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza, vi sono anche rimborsi chilometrici per trasferte, senza indicazione dei motivi delle stesse e in giorni (per la maggior parte sabati, domeniche e festivi) in cui dall’agenda del convenuto non risultano impegni riferibili all’ente e non risultano nemmeno passaggi autostradali registrati con il Telepass.

Giurlani è stato recentemente condannato anche al risarcimento di quasi 685mila euro per il mancato versamento all’Inps degli oneri previdenziali e assistenziali nel periodo compreso tra il giugno 2011 e il 2016 per dipendenti e collaboratori esterni.