Il caso dell’addetto stampa “che emana comunicati stampa a nome del Comune di Pescia pur senza esserne assunto a diverso titolo” finisce sul tavolo della Procura della Repubblica. I consiglieri di minoranza, in una lettera indirizzata tra gli altri anche al primo cittadino Giurlani e al presidente del consiglio comunale Brizzi, chiedono che “in osservanza a quanto deliberato, si provveda sollecitamente all’invio degli atti all’Autorità Giudiziaria per gli adempimenti del caso ed avviare immediatamente una procedura giudiziaria”.
Giurlani, dal canto suo, risponde: “Spettacolo penoso della minoranza che ancora non ha capito la lezione del 24 giugno, quando i pesciatini hanno scelto sulla base dei progetti e delle capacità e non sulle polemiche”. “Siamo di fronte alla grottesca situazione di demonizzazione di un professionista qualificato che, credendo nell’amministrazione, ha prestato gratuitamente la sua opera, utilizzando mezzi propri aiutandomi nella comunicazione alla cittadinanza.
“Se proprio vogliamo entrare sul tema dei costi, si è consumata più energia elettrica per ore di discussioni capziose promosse dalla minoranza in consiglio comunale che per gli 82 comunicati fatti in tre mesi.”